Un tempo solo in Asia, oggi anche in Italia. A Roma, a Napoli, a Lecce, a Lucca. Un liquido infiammabile, un accendino e via: così, col fuoco, si cerca di 'punire' la donna che ci ha lasciato, che ci ha tradito, che ci ha abbandonato. A giugno la giovane Sara, oggi Vania. Vittime di fidanzati, mariti, compagni che non accettano la loro libera scelta di vita.
Sono più di 60 le donne uccise dal partner in Italia dall'inizio dell'anno. Oltre 160 da gennaio 2015. Un vero 'bollettino di guerra'. Ma ora preoccupa questa nuova tendenza: almeno cinque casi negli ultimi mesi.
Il 9 giugno Sara Di Pietrantonio, studentessa universitaria romana di 22 anni, viene strangolata e poi bruciata dal suo ex fidanzato, Vincenzo Paduano, che non accettava che la ragazza si fosse rifatta una vita con un altro e che per settimane, prima dell'incontro fatale per il destino di Sara, l'aveva minacciata e perseguitata.
Il 3 luglio, a Tuglie nel leccese, Alexandru Edec Ionut, romeno di 24 anni, lancia del liquido infiammabile addosso alla sua compagna, davanti ai loro figli di uno e tre anni. Poi le dà fuoco. La donna riposta ustioni gravi su tutto il corpo.
Il 2 febbraio scorso, a Pozzuoli (Napoli), Paolo Pietropaolo dà fuoco alla compagna, incinta, perchè aveva avuto la conferma che la donna aveva un'altra relazione. La giovane è stata ricoverata in gravissime condizioni.
Più indietro nel tempo, il 20 novembre scorso, nel bresciano, un uomo di origine indiana ha cosparso di benzina la moglie e le ha dato fuoco. Motivo del gesto, il fatto che al marito non andava bene il modo in cui la donna si vestiva.
Oggi, la vicenda di Vania, quarantaseienne di Lucca data alle fiamme dall'uomo con cui aveva una relazione: la 'colpa', ancora una volta, quella di aver messo fine al rapporto.
Ma non c'e' solo il femminicidio. Da gennaio 2015 quasi novemila donne sono state vittime di violenza e almeno 1.260 di stalking. Ed e' solo la punta dell'iceberg, visto che il 90% delle donne non denuncia.
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