Gli attacchi di Donald Trump ai giudici sono "demoralizzanti" e "avvilenti". Questa volta non è l'opposizione democratica (e nemmeno i media) a scagliarsi contro il presidente americano, bensì Neil Gorsuch, il giudice conservatore scelto dal tycoon per sedere alla Corte Suprema e ripristinare così alla massima corte Usa l'equilibrio venuto meno con la morte di Antonin Scalia. Parole pronunciate in privato - a commento delle accuse di Trump ai giudici tacciati di essere politicizzati - riferite dal senatore democratico Richard Blumenthal, e che Gorsuch avrebbe potuto smentire subito: invece no, il suo portavoce le ha di fatto confermate a stretto giro. E l'ira del presidente è giunta puntuale su Twitter, di prima mattina, accusando però Blumenthal di essere un bugiardo.
Questo il clima alla fine della terza settimana di amministrazione Trump, in cui si riaccende anche la polemica legata al ritiro deciso da alcuni grandi magazzini del marchio prodotto da Ivanka Trump. Oggi la questione etica si pone per un'uscita di Kellyanne Conway -tra i più stretti collaboratori di Donald Trump- che, nel difendere il presidente intervenuto sulla vicenda con un tweet a sostegno della figlia ha di fatto lanciato un appello invitando a comprare la merce firmata Ivanka Trump. La Casa Bianca interpellata si è limitata ad affermare che Conwey si è "consultata" (come a dire, abbiamo le spalle coperte). Ma non e' pero' sufficiente per il presidente della commissione di controllo della Camera, il repubblicano Jason Chaffetz: "Sbagliato, sbagliato, sbagliato, chiaramente oltre il limite, inaccettabile", ha commentato, sostenendo che la Casa Bianca deve riferire la questione all'ufficio dell'etica di governo per un esame.
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