Resistono le differenze della rete
d'offerta ospedaliera a seconda delle regioni: i posti letto
ordinari per mille abitanti sono rimasti superiori al Nord
rispetto al Mezzogiorno negli otto anni che vanno dal 2007 al
2015. Emerge dall'Annuario statistico italiano che, dal 1878,
offre uno strumento autorevole per documentare lo stato e le
trasformazioni del Paese.
Nel periodo 2013-2015 il numero di medici di base è
leggermente calato (-1,2%), pressoché stabile il numero di
pediatri (-0,5%). Nello stesso periodo è cresciuto il numero di
posti letto nelle strutture di assistenza residenziale (4,4% in
più dal 2013 al 2015) mentre si sono ridotti i posti letto
ospedalieri, soprattutto quelli in 'regime per acuti'. La
disponibilità più elevata di medici del Servizio sanitario
nazionale viene riscontrata nel Centro Italia, sia rispetto al
numero di abitanti che di posti letto (2,3 medici per mille
abitanti e 72,6 medici ogni 100 posti letto). I valori più bassi
del rapporto tra personale medico e popolazione si hanno nel
Sud: 1,7 medici per mille abitanti. I valori più bassi in
Calabria (1,6 ogni mille abitanti), poi Campania, Puglia e
Veneto (1,7). La maggiore disponibilità di personale medico è
stata registrata in Valle d'Aosta (2,8) e Sardegna (2,5). Il
rapporto tra numero dei medici e posti letto ordinari in
ospedale è più basso nel Nord Est con 54,4; più alto in Toscana
(75,7) e Sardegna (75,5).
L'Annuario indica una diminuzione per quanto riguarda
l'abortività volontaria: il tasso di ricorso all'interruzione
volontaria di gravidanza si è mantenuto, nel 2015, tra i più
bassi d'Europa: 6,4 casi ogni mille donne di età compresa tra i
15 e i 49 anni.
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