"Nel 2017, 119.000 migranti sono arrivati in Italia per via marittima, il 34% in meno rispetto al 2016 e il 22% in meno rispetto al 2015": è quanto scrive l'Ocse nel rapporto annuale sulle migrazioni pubblicato in occasione della Giornata Mondiale dei Rifugiati. "Questo calo - prosegue l'Ocse nella scheda consacrata all'Italia - segue gli accordi Italia-Libia firmati a inizio 2017 che limitano i flussi migratori di provenienza dall'Africa. I principali Paesi di origine restano la Nigeria, la Guinea e la Costa d'Avorio.
Mentre "si allontana il picco della crisi dei rifugiati, periodo durante il quale la principale sfida consisteva nel fornire aiuto d'urgenza ai richiedenti asilo e ai nuovi rifugiati, entriamo in una fase complessa di promozione dell'integrazione di chi resta", scrive ancora l'Ocse sostenendo che a questo punto i leader politici devono far fronte "a due sfide principali: la prima è gestire lo stesso processo d'integrazione senza turbare il mercato del lavoro. Il secondo è rispondere alle preoccupazioni riguardanti l'uso abusivo dei canali di migrazione nonché la percezione che un numero crescente di lavoratori stranieri soggiorna o lavora illegalmente nei Paesi di accoglienza".
Un capitolo del rapporto riguarda anche l'emigrazione di italiani all'estero che registra un incremento: "Un numero crescente di italiani ha lasciato il proprio Paese. Il numero di cittadini italiani che ha dichiarato di aver trasferito la residenza all'estero è aumentata di oltre l'11%, passando da 102.000 nel 2015 a 114.000 nel 2016". Inoltre, per l'organismo internazionale, "l'emigrazione dichiarata è probabilmente molto inferiore all'emigrazione reale: l'emigrazione di italiani nel 2016 sarebbe piuttosto compresa tra 125.000 e 300.000 persone".
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