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Sparatoria a Trieste, ecco la ricostruzione di un pomeriggio di follia

Sparatoria a Trieste, ecco la ricostruzione di un pomeriggio di follia

Il killer ha sottratto le due pistole agli agenti

06 ottobre 2019, 13:14

Redazione ANSA

ANSACheck

Davanti alla Questura di Trieste visibile in terra una pistola, in seguito alla sparatoria nella quale due agenti sono morti, ed in alto a destra una combo di due foto di Pierluigi Rotta (S) e Matteo De Menego, i due poliziotti uccisi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Davanti alla Questura di Trieste visibile in terra una pistola, in seguito  alla sparatoria nella quale due agenti sono morti, ed in alto a destra una combo di due foto di Pierluigi Rotta (S) e Matteo De Menego, i due poliziotti  uccisi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Davanti alla Questura di Trieste visibile in terra una pistola, in seguito alla sparatoria nella quale due agenti sono morti, ed in alto a destra una combo di due foto di Pierluigi Rotta (S) e Matteo De Menego, i due poliziotti uccisi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ha ucciso i due agenti, ha sottratto loro l'arma, ha tentato di andare al piano superiore e poi, sparando numerosi colpi di pistola contro altri poliziotti, ha attraversato l'atrio della Questura impugnando le due pistole. Una volta fuori ha sparato ancora contro un'auto della Squadra Mobile. Ma gli agenti hanno risposto al fuoco neutralizzando Alejandro Augusto Stephan Meran. E' quanto accaduto venerdì scorso in Questura a Trieste in un pomeriggio di follia costato la vita a due giovani agenti.

Meran ha esploso una ventina di colpi, ha esaurito i caricatori di almeno una delle due pistole, ha sparato dentro e fuori l'edificio, contro gli agenti negli uffici, contro il personale di guardia e contro i poliziotti della Mobile in auto davanti alla Questura. La ricostruzione dei fatti è fornita dalla stessa Questura di Trieste.

Tutto inizia quando una donna denuncia il furto di un motorino da parte di un ragazzo che l'aveva scaraventata a terra per sottrarglielo. Nel pomeriggio arriva alla Sala Operativa la telefonata di Carlysle Stephan Meran che denuncia che l'autore della rapina era il fratello Alejandro e si rende disponibile ad accompagnare i poliziotti a casa del congiunto precisando che soffre di disturbi psichici pur non essendo allo stato seguito dai servizi di igiene mentale.

Arrivati sul posto Alejandro appare "collaborativo e pacato" e viene accompagnato negli uffici della polizia.

In Questura l'uomo chiede di andare in bagno: quando esce repentinamente prende la pistola all'agente Rotta sparandogli due colpi al lato sinistro del petto e all'addome.

Uditi gli spari Demenego accorre e a sua volta viene colpito alla spalla sinistra, al fianco sinistro e alla schiena. Carlysle, terrorizzato e per paura di essere ucciso, si barrica all'interno di un ufficio sbarrando la porta con una scrivania. Poi fugge nei sotterranei dove viene poi individuato e bloccato dagli agenti.

Intanto l'omicida semina il panico dentro e fuori la Questura: tenta di imboccare le scale ai piani superiori sparando ad alcuni agenti. Poi desiste e cerca di guadagnare l'uscita attraversando l'atrio impugnando entrambe le pistole e sparando contro gli agenti del corpo di guardia che rispondono: uno di loro viene ferito alla mano sinistra. Una volta fuori l'uomo cerca prima di aprire una volante parcheggiata vicino l'ingresso e poi notando l'auto della Squadra Mobile apre il fuoco. I poliziotti sparano colpendo l'assassino e neutralizzandolo. Poi lo disarmano. L'incubo finisce. Restano a terra i corpi dei due agenti. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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