Scuole chiuse, lezioni ed esami sospesi nelle università, gite annullate, selezioni e concorsi rimandate: per il mondo dell'istruzione l'emergenza coronavirus in Italia sta avendo effetti dirompenti. Le misure d'urgenza emanate dal Governo, infatti, cercano di limitare – per ora nelle regioni interessate dai contagi – le occasioni di contatto fra tante persone contemporaneamente. Ovvio (e sacrosanto) che gli studenti fossero fra i primi a essere "fermati", al momento solo per la settimana dal 24 febbraio al 1° marzo.
Ma presto potrebbe porsi un problema che riguarda soprattutto la scuola dell'obbligo: è a rischio la validità dell'anno scolastico? Skuola.net ha cercato una risposta. Le leggi sull'ordinamento scolastico parlano chiaro: in base all'art. 74, comma 3, del D. Lgs. 297/94, "allo svolgimento delle lezioni sono assegnati almeno 200 giorni". Ciò vuol dire che, qualora alcuni istituti scendessero sotto questa soglia, l'anno potrebbe essere considerato non valido. Uno scenario tutt'altro che irrealizzabile, visto che in molti Comuni delle regioni interessate dalle ordinanze di chiusura delle scuole (al momento Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria e Friuli Venezia Giulia) durante l'anno scolastico 2019/2020 sono state già fronteggiate emergenze di altro genere, come quella del maltempo.
Il ministero dell'Istruzione, nel 2012, ha emanato una nota (la n. 1000) – riferita proprio al maltempo, ma adattabile al coronavirus - in cui precisa: "Può tuttavia accadere […] che si verifichino eventi imprevedibili che inducano i sindaci ad adottare ordinanze di chiusura delle sedi scolastiche. […] Al ricorrere di queste situazioni si deve ritenere che è fatta comunque salva la validità dell'anno scolastico, anche se le cause di forza maggiore, consistenti in eventi non prevedibili e non programmabili, abbiano comportato, in concreto, la discesa dei giorni di lezione al di sotto del limite dei 200". Quindi, l'anno scolastico sarebbe salvo.
Potrebbe tuttavia accadere che, se l'allerta coronavirus dovesse continuare ancora a lungo, costringendo le scuole a chiusure prolungate, i calendari scolastici vengano rimodulati per far recuperare almeno in parte i giorni persi. Magari posticipando leggermente la fine dell’anno. La stessa nota del ministero sottolinea che "le istituzioni scolastiche, soprattutto se interessate da prolungati periodi di sospensione dell'attività didattica, potranno valutare, a norma dell'art. 5 del Dpr 275/99 (sull’autonomia, ndr) in relazione alle esigenze derivanti dal Piano dell'offerta formativa, la necessità di procedere ad adattamenti del calendario scolastico finalizzati al recupero, anche parziale, dei giorni di lezioni non effettuati".
Attualmente, quasi dappertutto le chiusure coincidono con la settimana in cui – secondo i singoli calendari scolastici - la didattica era di fatto sospesa per i festeggiamenti del Carnevale. In Piemonte, ad esempio, le scuole sarebbero restate chiuse fino al 26 febbraio; lo stesso in Veneto e in Friuli Venezia Giulia; in Lombardia, la sosta era prevista il 24 e 25 febbraio (il 28-29 febbraio per chi festeggia con il rito ambrosiano); nella provincia di Trento, invece, prolungata fino a sabato 29 la chiusura (la sosta era fino al 25). Gli unici a vedere stravolti i piani sarebbero gli istituti di Emilia-Romagna e Liguria. Tutto sotto controllo, quindi, anche se la prudenza è d’obbligo, poiché la situazione è in continua evoluzione.
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