Un tunnel sottomarino anziché un ponte per lo Stretto di Messina. Si arricchisce di un nuovo capitolo la saga che fin dall'antichità racconta del sogno di poter collegare la Sicilia al continente. Finora l'unica strada percorribile sembrava il ponte, ora l'idea, svela il presidente del consiglio Giuseppe Conte, è una struttura sottomarina. Un'ipotesi già scartata in passato, anche per la sismicità dell'area e per le forti correnti, ma su cui ora il governo sembra intenzionato a fare sul serio, tanto che presenterà la proposta in sede di Recovery Fund.
"Sullo Stretto, dobbiamo pensare a un miracolo di ingegneria. Una struttura ecosostenibile, leggera, che tuteli l'ambiente, anche sottomarina", annuncia domenica a sorpresa dalla Puglia il premier, accantonando di fatto l'idea del ponte ("Non posso dire faremo il ponte sullo Stretto, non ci sono i presupposti"). L'idea viene dal viceministro delle infrastrutture e trasporti Giancarlo Cancelleri, che una decina di giorni fa spiegava di avere quasi pronto un "progetto", che avrebbe consegnato al premier, "per la costruzione di un tunnel subalveo" nello Stretto, messo a punto "con il supporto di ingegneri ed esperti". Progetto che, secondo indiscrezioni, sarebbe in parte in superficie e in parte sottomarino. "Abbiamo avuto una proposta da parte di un gruppo di ingegneri che ci ha sottoposto questa ipotesi del tunnel sottomarino al posto del ponte sullo Stretto di Messina", conferma anche la titolare dei Trasporti Paola De Micheli, spiegando che si stanno facendo "tutte le analisi tecniche del caso perché quella è un'area sismica".
L'idea è comunque di andare avanti. "Presenteremo la nostra proposta in sede di Recovery Fund", fa sapere la ministra Dem. Ma la strada potrebbe essere in salita. Fonti parlamentari qualificate del Pd, infatti, fanno notare come ci siano grandi dubbi sul fatto che si possano usare i fondi del Recovery Fund per uno studio di fattibilità di un'opera. C'è poi da considerare anche il fatto che l'idea di un tunnel (sia sotterraneo, sia a mezz'acqua, cosiddetto 'archimede') venne già presa in considerazione e oggetto di approfondite valutazioni in passatoiù complessa" del tunnel della Manica, spiega il pr e poi scartata per una serie di criticità che permangono tutt'oggi. Si tratta della "zona altamente sismica e il problema delle correnti marine molto forti", oltre alla profondità, che renderebbe l'opera "molto pesidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano. Nel tratto di mare più breve dove sarebbe passato il ponte le profondità variano tra 80 e 100 metri. Inoltre, avvertono i geologi, c'è un sistema di faglie, responsabili del terremoto del 1908. Accanto a questi problemi si aggiunge poi il nodo della 'security', fa notare l'ex dirigente del Mit Ercole Incalza, che intravede piuttosto "scuse" per non fare invece il ponte, per il quale "il progetto definitivo c'è, è pronto e può partire entro sei mesi".
Timori che serpeggiano anche nella politica, che boccia di fatto l'idea del tunnel. E' contraria Italia Viva, con il capogruppo al Senato Faraone che difende il ponte e Paita che fa notare come "elaborare progetti alternativi al ponte e, per di più, con soluzioni la cui fattibilità è tutta da verificare", significhi di fatto "rinviare di anni un'infrastruttura di cui Calabria e Sicilia hanno una necessità vitale". Da Forza Italia Stefania Prestigiacomo liquida il tunnel come una "boutade" agostana, Matilde Siracusano parla di "modo elegante per dire che questo governo non ha intenzione di affrontare in modo serio questo dossier". Voci contrarie si alzano anche dal territorio siciliano. Il Governatore Musumeci si chiede se ci sia almeno un progetto di massima e sospetta: "Volendo pensare male si può credere che il tunnel sottomarino sia una comoda trovata per mettere a tacere" chi chiede il ponte e "rinviare ulteriormente il tavolo di confronto". Il sindaco di Messina de Luca lo bolla come "un'ennesima sciocchezza".
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