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Gimbe, rallentano i casi. Picco dei morti, +42% in 7 giorni

Gimbe, rallentano i casi. Picco dei morti, +42% in 7 giorni

'Indice di contagio, si avverte l'effetto positivo delle misure'

19 novembre 2020, 17:26

Redazione ANSA

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Operatori sanitari in un reparto Covid - RIPRODUZIONE RISERVATA

Operatori sanitari in un reparto Covid - RIPRODUZIONE RISERVATA
Operatori sanitari in un reparto Covid - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nella settimana dall'11 al 17 novembre si vede un primo rallentamento nella crescita dei casi di Covid in Italia, ma resta esponenziale l'incremento dei decessi, che aumenta del 41,7%: sono stati infatti 4.134 rispetto a 2.918 della settimana precedente.

E' quanto emerge dal nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe che sottolinea come "tale incremento è destinato ad aumentare nelle prossime settimane, perché l'effetto delle misure riduce prima gli indici di contagio, poi i ricoveri e le terapie intensive, e solo da ultimo i decessi". Dall'11 al 17 si vede una stabilizzazione dell'incremento dei nuovi casi, che sono 242.609 rispetto ai 235.634 della settimana precedente (+24,4%), a fronte di una lieve riduzione dei tamponi (854.626 rispetto a 872.026, ovvero -2%).

Sul fronte degli ospedali, si registra un ulteriore incremento dei ricoverati in reparto (33.074 rispetto a 28.633, +15,5%) e in terapia intensiva (3.612 rispetto a 2.971, +21,6%). "Le misure di contenimento - spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta - non hanno appiattito la curva dei contagi, che continua a salire, seppure con velocità ridotta, analogamente a quella dei ricoverati e delle terapie intensive. Il contagio, in sostanza, è come un'automobile che, dopo avere accelerato la corsa per settimane, ora viaggia ad una velocità molto elevata ma costante". Infatti, se nell'ultima settimana l'incremento percentuale dei nuovi casi passa dal 31% al 24,4%, questi sono comunque aumentati di 242.609 unità rispetto alla settimana precedente. Il risultato è che i pazienti Covid "stanno progressivamente 'cannibalizzando' i posti letto di altri reparti", limitando la capacità di assistere pazienti con altre malattie. In questo scenario, conclude, "ipotizzare un allentamento delle misure con l'obiettivo di salvare il Natale, rischia di avere conseguenze molto gravi, in termini di vite umane".

Ad ottobre "si rileva un incremento di mortalità sia al Nord (+22%) che al Centro-Sud (+23%) con un eccesso significativo in diverse città". In particolare, dal 28 ottobre al 3 novembre "si conferma il trend in crescita osservato a partire da metà ottobre in diverse città del Nord (Torino, Genova, Milano) e del Centro Sud (Roma, Bari, Palermo). Da fine ottobre aumento anche a Bologna, Firenze, Perugia, Cagliari e Catania". Emerge dall'Andamento della mortalità giornaliera nelle città italiane in relazione al Covid.

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