E' stata confermata la condanna a
due anni di carcere e a due anni da scontare in una Rems, una
residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, a carico
di Tamara Masia, la 44enne che ha aggredito un barista di 29
anni con cui aveva avuto una relazione, gettandogli addosso
dell'acido, nel gennaio 2019. Lo ha deciso la terza sezione
della Corte d'Appello di Milano, presieduta da Edoardo
Veronelli.
L'accusa è lesioni aggravate. Il gup Manuela Cannavale, nelle
motivazioni della condanna in abbreviato, scriveva che la donna
è "socialmente pericolosa" e anche "scarsamente critica rispetto
alle reali conseguenze di quanto da lei posto in essere". Dopo
l'arresto, infatti, avrebbe anche inviato al ragazzo, parte
civile e assistito dall'avvocato Fausto Giannelli, "lettere
minatorie o, quantomeno, di carattere persecutorio".
Dall'indagine dei carabinieri e del pm Alessia Menegazzo è
emerso che Masia e il ragazzo si erano incontrati per tre o
quattro volte nelle settimane precedenti all'agguato. Dopo che
lui aveva interrotto la relazione, la donna lo avrebbe molestato
con appostamenti e pedinamenti sotto casa, e minacciato di morte
al telefono e con messaggi WhatsApp. La mattina del 4 gennaio
2019, Masia, con indosso occhiali scuri, cappuccio e giaccone,
si è appostata in cima alle scale mobili che conducono alla
piazza Gae Aulenti dove lui lavorava all'epoca come cameriere,
gettandogli addosso una "sostanza caustica e spray urticante" ,
causandogli ustioni di primo e secondo grado al volto, alla mano
e al polso sinistro e ustioni di terzo grado al collo.
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