Rischiano di perdere il lavoro i 30
detenuti nel carcere di Bollate impiegati nel call center per
offrire servizi telefonici come informazioni agli utenti in caso
di sospetto phishing. A renderlo noto è la 'Cooperativa sociale
bee.4 Altre menti' che ha lo scopo di reinserire nel mondo
lavorativo e sociale chi si trova all'interno della casa di
reclusione milanese, considerata un modello in tutta Italia.
Come spiegano dalla coop, il prossimo 31 marzo si chiuderà
il contratto e quindi il progetto di collaborazione che per
tanti anni ha visto legati il carcere con H3G prima e WindTre a
seguire. Progetto "innovativo" avviato nel 2007 con l'obiettivo
di promuovere percorsi di qualificazione professionale per i
carcerati. "La situazione è preoccupante: in 30 rischiano il
posto - ha spiegato Marco Girardello di bee.4 -. Di questi una
dozzina sono già in cassa integrazione a zero ore e altri, prima
di fermarsi, stanno portando a termine le attività. Stano
cercando di ricollocarne alcuni, ma è dura".
Nel comunicato si afferma che i tentativi di "costruire un
interlocuzione con Windtre Italia per ragionare sulle
conseguenze" della decisione della società di non rinnovare la
commessa non sono andati a buon fine. Non sarebbero state date
"risposte alle nostre richieste di confronto se non richiami
alle difficoltà che l'azienda stava incontrando alla luce
dell'importante numero di clienti persi nel corso degli ultimi
anni, difficoltà che imponevano l'interruzione obbligata ed
immediata" della collaborazione.
"Siamo anche alla ricerca di qualche altro contratto - ha
concluso Girardello - mentre gli assessori milanesi al welfare e
al lavoro Lamberto Bertolé e Alessia Cappello hanno manifestato
il loro interesse per la vicenda".
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