"Sì, è sul tavolo": così Papa
Francesco ha risposto ai giornalisti sul volo verso Malta che
gli chiedevano se ha preso in considerazione l'invito ad andare
a Kiev.
La guerra in Ucraina è stata evocata anche nel primo discorso
di Francesco a La Valletta. E' necessaria "una misura umana
davanti all'aggressività infantile e distruttiva che ci
minaccia, di fronte al rischio di una guerra fredda allargata
che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni".
Parlando a Malta, il Papa ha citato Giorgio La Pira, che parlava
di "infantilismo dell'umanità": "Quell'infantilismo purtroppo
non è sparito. Riemerge prepotentemente nelle seduzioni
dell'autocrazia, dei nuovi imperialismi, nell'aggressività
diffusa, nell'incapacità di gettare ponti e di partire dai più
poveri".
Il Pontefice torna dunque a chiedere pace per l'Ucraina:
"Ora, nella notte della guerra che è calata sull'umanità, non
facciamo svanire il sogno della pace", ha detto.
Poi, pur non citando direttamente Vladimir Putin, Bergoglio
ha usato parole non equivocabili: "E mentre ancora una volta
qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche
pretese di interessi nazionalisti, provoca e fomenta conflitti,
la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o
sarà insieme, o non sarà". "Pensavamo che invasioni di altri
Paesi, brutali combattimenti e minacce atomiche fossero ricordi
oscuri di un passato lontano. Ma il vento gelido della guerra,
che porta solo morte, distruzione e odio, si è abbattuto con
prepotenza sulla vita di tanti e sulle giornate di tutti", ha
concluso nel discorso al Palazzo del Gran Maestro davanti alle
autorità e al copro diplomatico dell'isola del Mediterraneo.
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