La sua foto nel buio dei sotterranei della Azovstal, con un braccio fasciato e le due dita alzate in segno di vittoria, era diventata una delle immagini simbolo della resistenza dei combattenti del battaglione Azov asserragliati nell'acciaieria. Ora però per quel miliziano ucraino è arrivata, come per centinaia di altri militari, l'ora della resa: l'uomo infatti è tra i soldati che hanno dovuto lasciare ieri la fabbrica di Mariupol per essere trasferiti nei territori separatisti. L'uomo appare in una fotografia scattata ieri mentre viene accompagnato su un bus durante l'evacuazione dell'acciaieria, sorvegliato da vicino da un componente della milizia dell'autodichiarata Repubblica di Donetsk.
L'uomo, immortalato con il braccio fasciato e con un tutore di ferro, una bevanda fumante in mano, le mani annerite e le due dita in segno di vittoria, era tra i soldati del battaglione Azov ritratti in un servizio fotografico realizzato il 10 maggio da un altro miliziano, Dmytro 'Orest' Kozatskyi, che aveva raccontato in un raro reportage dall'interno dell'acciaieria la resistenza dei soldati del battaglione Azov, con visibili cicatrici sul volto e braccia e gambe ridotte a moncherini.
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