Le 6.30, la stazione di Rimini. Una ragazzina vestita di nero disperata perchè le avevano rubato il cellulare, un'altra accanto a lei con uno spolverino verde e un paio di stivali neri in mano. Così una accanto all'altra Giulia e Alessia, quasi ondeggiando, si sono allontanate e sono andate incontro alla morte. Insieme fino alla fine, fino all'estremo tentativo di una che voleva salvare l'altra che stava sui binari. "Una sorella come migliore amica", scriveva sulle storie di Instagram Giulia, 17 anni, la più grande, capelli lisci, neri, nei video con Alessia, la più piccola, anche lei capelli lunghi. Sempre insieme, nella vita e sui social, le foto, i video con la musica del cuore, da Tedua a Jack La Furia. Gli scatti a giugno in Sardegna, in Costa Rei, dopo la fine della scuola. Gli ultimi istanti di vita delle due sorelle adolescenti travolte e uccise da un treno alla stazione di Riccione sono restituiti dalle immagini poco nitide dalle telecamere di sicurezza e dalle parole, queste sì precise, dei testimoni che hanno visto le due ragazze sui binari e hanno cercato, urlando, di evitare la disgrazia. "Ho urlato e con me tutti gli altri", dice un testimone. Scioccata e ancora incredula la barista della stazione. "Verso le 7 sono entrate qui, era presto - dice al donna a CorriereTv - Hanno chiesto del bagno ma lo abbiamo il bagno. Poi sono andate via, ho sentito il titolare gridare, ho alzato lo sguardo e ho visto il Frecciarossa arrivare e una delle due ragazze era seduta sui binari mentre l'altra cercava di farla alzare: poi è saltato tutto, tutto". E le parole restituiscono l'orrore. Poco prima Giulia e Alessia avevano incrociato un passeggero che si ricorda ora di loro e si danna per non essere riuscito, con le urla, ad evitare la tragedia.
"Ero vicino al distributore delle bevande e si è avvicinata una ragazza bellissima vestita di nero, mi ha chiesto qualcosa, mi ha detto che le avevano rubato tutto e che non aveva più nulla.
Poi si è allontanata verso l'altra ragazza che aveva uno spolverino verde e gli stivali in mano", dice il passeggero che incrocia le due sorelle vicino alla macchinetta delle bevande.
Il teste descrive una delle due sorelle non in sè, probabilmente Giulia e Alessia erano preoccupate per il furto subito da almeno una delle due: una sorella il cellulare lo aveva ancora e nel terribile impatto è stata l'unica cosa che ha permesso di identificare i corpi. Ora Castenaso piange le due ragazzine.
Erano molto conosciute, la loro casa di fronte alla chiesa della piccola frazione di Madonna di Castenaso, il papà benvoluto con la sua azienda di trasporti e traslochi, una piccola impresa che funzionava. Funzionava come la vita di questa famiglia, come la vita di Giulia e Alessia, spensierata come dovrebbe essere sempre a 15 e 17 anni. "A volte credo che mia sorella sia la mia unica ragione di vita", scriveva Giulia su Instagram. Sempre insieme, Giulia e Alessia.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA