L'acqua e il fango hanno raggiunto anche il caveau, il luogo più protetto dove erano custodite le bottiglie più pregiate: nessuna è andata in frantumi, ma molte sono state pesantemente danneggiate. L'alluvione che giovedì sera si è abbattuto sulla provincia di Ancona devastando vite e paesi, ha colpito duro anche la storica Galli Enoteca di Senigallia.
"È entrato mezzo metro d'acqua che ha completamente distrutto il piano sottostante e procurato danni importanti anche al locale e al caveau, tanto che le bottiglie di vino rovinate sono circa 2 mila", raccontano all'ANSA Osvaldo e Guido Galli, padre e figlio che, assieme al resto della famiglia, portano avanti il locale da oltre mezzo secolo. L'unico dato positivo, spiega Guido, è che "fortunatamente le bottiglie hanno galleggiato e non si sono rotte". Ma, aggiunge, "molte etichette sono fortemente danneggiate e quindi sarà difficile recuperarle".
Adesso "è importante riaprire l'enoteca il prima possibile, noi ce la stiamo mettendo tutta - prosegue il ragazzo - Dalla notte dell'alluvione non abbiamo mai interrotto l'intervento di ripristino degli ambienti e soprattutto ci siamo adoperati per recuperare la maggior parte dei vini, alcuni anche di grande valore". "Al momento fare una stima complessiva dei danni subiti non è possibile - tiene a precisare il patron Osvaldo - ma di certo sono molto ingenti. In 52 anni di attività qui ai portici di Senigallia - aggiunge - non ho mai visto una cosa del genere". "Quando siamo entrati nel cuore della notte per accertarci cosa fosse accaduto al nostro locale - ricorda Osvaldo - e abbiamo visto tutto quel disastro, sono stato preso da un sentimento di profonda tristezza".
"È andata bene che l'acqua sia defluita rapidamente", spiega ancora Guido, la cui moglie, Monica, sollecita un intervento strutturale: "Servirebbero ad esempio delle vasche di espansione, come promesse da anni - precisa - così da evitare catastrofi del genere". Ma intanto è da portare a termine il lavoro di pulitura e rimozione del fango dalle bottiglie prima che sia troppo tardi, "e se qualche ottimo vino non riusciremo a recuperarlo per il locale - conclude Guido - vorrà dire che lo apriremo noi e ci brinderemo per la riapertura dell'enoteca".
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