Da oggi i feti sepolti nei cimiteri
capitolini non riporteranno più il nome della donna, ma
esclusivamente un codice alfanumerico associato al numero di
protocollo o un nome - anche di fantasia -, un vezzeggiativo, un
simbolo o una data. Questa la principale modifica al regolamento
di Polizia Cimiteriale apportata oggi dal Campidoglio per quanto
riguarda l'inumazione di feti, nati morti e prodotti abortivi.
L'elenco dei protocolli sarà custodito nel cimitero e il suo
accesso consentito esclusivamente alla donna o agli aventi
diritto nel caso di decesso della donna interessata. Ad oggi -
spiega il Campidoglio in una nota - l'inumazione di prodotti
abortivi (20/28 settimane) e dei feti (più di 28 settimane) è
automatica e viene disposta nelle medesime aree dove vengono
sepolti i bambini nati morti. I prodotti del concepimento (sotto
le 20 settimane) vengono invece inceneriti d'ufficio. In
particolare, con questo provvedimento si modificano gli articoli
4 e 28 del Regolamento disponendo che la donna o gli eventuali
aventi diritto possono optare per l'inumazione o per la
cremazione dei prodotti del concepimento, dei prodotti abortivi
e dei feti. La seconda importante modifica riguarda la tutela
dell'anonimato della donna prevedendo che sul cippo funerario,
non più la croce, posto nell'area di inumazione (riquadri dei
bambini) sia riportato solo un codice alfanumerico associato al
numero di protocollo della richiesta. Viene anche accolta la
proposta, per chi lo richieda, di apporre sul cippo un nome
anche di fantasia, un vezzeggiativo, un simbolo o una data.
"Oggi si è chiusa una fase fondamentale per i diritti delle
donne. Per la tutela della loro privacy e del rispetto delle
loro scelte - le parole dell'assessore alle Attività produttive,
pari opportunità e sicurezza di Roma Capitale, Monica Lucarelli
-. Oggi Roma ha aggiunto un tassello fondamentale nel mosaico
della civiltà e dei diritti".
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