(ANSA) - SONDRIO, 07 APR - Prima è stata costretta dai
genitori a nozze combinate - peraltro con un matrimonio
celebrato tramite una piattaforma social network - poi è stata
segregata dal marito e dalla suocera. La ragazza, pakistana,
residente a Sondrio, vittima anche di maltrattamenti e violenze,
è stata liberata dai carabinieri. In carcere, al Bassone di
Como, è finita la suocera, di 52 anni, mentre il marito, di 24,
è stato rinchiuso nel carcere della città di via Caimi. Le
accuse per entrambi sono sequestro di persona e maltrattamenti
in famiglia.
La coppia da alcuni anni risiedeva nel capoluogo della
Valtellina, dove l'uomo faceva il magazziniere. La ragazza è
stata obbligata dai genitori a sposare il cugino all'età di
vent'anni, senza mai averlo visto prima di persona. Dopo il
lungo periodo di separazione forzata, nel mese di ottobre dello
scorso anno si è trasferita a Sondrio, dove finalmente ha potuto
conoscere il marito ed iniziare con lui una difficile convivenza
a causa della contestuale presenza nell'abitazione coniugale dei
suoceri e di due cognati.
Da subito la coabitazione si è rivelata opprimente per via
dell'assillante ingerenza della suocera, che ha costretto la
ragazza a condurre una vita di privazioni senza darle la
possibilità di uscire di casa, né di poter avere alcun contatto
con persone estranee al ristretto gruppo parentale. Alla giovane
è stato proibito imparare l'italiano ed è stata obbligata a
svolgere solo faccende domestiche, con rari spazi di autonomia
dove riusciva di nascosto a telefonare ai propri genitori in
Pakistan. Finalmente è riuscita a spiegare ai parenti in Asia la
situazione e questi ultimi hanno chiesto a un loro familiare
residente fuori provincia di chiamare i carabinieri. (ANSA).