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Mamme gay dai giudici, 'Procura ha cambiato posizione' 

Mamme gay dai giudici, 'Procura ha cambiato posizione' 

Prime udienze su impugnazione atti anagrafe, si profila Consulta 

PADOVA, 14 novembre 2023, 17:33

Michele Galvan

ANSACheck

Le mamme arcobaleno manifestano davanti al Tribunale di Padova - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le mamme arcobaleno manifestano davanti al Tribunale di Padova - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le mamme arcobaleno manifestano davanti al Tribunale di Padova - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sulla decisione di impugnare gli atti d'anagrafe dei bimbi figli di due mamme gay "la Procura ha cambiato posizione". E' questo, ridotto all'osso, il risultato più importante che le coppie omogenitoriali di Padova portano a casa dopo il primo giro di udienze davanti al Tribunale civile, che dovrà decidere se accogliere o meno i 33 atti di opposizione alla trascrizione dei bambini con due mamme (e doppio cognome) - quella partoriente e quella intenzionale - registrati a partire dal 2017 dal Comune di Padova. Comune che, con il sindaco Sergio Giordani, non si è fermato: dopo l'impugnazione degli atti decisa a giugno dall'ex Procuratore della repubblica Valeria Sanzari - ora in quiescienza - ha infatti continuato ad accogliere le richieste di altre mamme gay: quattro coppie, l'ultima delle quali per un bimbo nato 40 giorni fa. Le mamme, che in mattinata hanno dato vita all'ennesimo sit in di protesta davanti al palazzo di giustizia, erano arrivate all'udienza per niente ottimiste. Da giorni, tra di loro, giravano i pareri depositati agli atti dai giudici tutelari cui si era rivolto il Tribunale. E in questi viene prospettata come soluzione per non lasciare i bambini privi di tutela - in caso di accogliemento delle impugnazioni - l'istituto dell'affido. "In assenza dell'invocato intervento del legislatore - c'è scritto in uno di questi - considerate le favorevoli pronunce, il procedimento di adozione in casi particolari rappresenta allo stato attuale l'istituo presente nel nostro ordinamento per poter riconoscere al minore lo status di figlio del genitore di intenzione". Il movimento delle mamme Arcobaleno aveva già detto che la strada non è quella dell'adozione, ma del riconoscimento di un atto anagrafico che vede un bambino già con i cognomi di entrambe le mamme che lo hanno voluto. L'esito delle prime quattro udienze, però, ha riacceso la fiducia delle coppie gay padovane. "È andata molto bene - ha commentato all'uscita dall'aula l'avvocata Susanna Lollini, che difende Laura, Irene e i loro due bambini - Ci ha colpito che i giudici ci hanno ascoltato con molto interesse. La questione dell'inammissibilità delle procedure (l'impugnazione dei certificati anagrafici dei bimbi con due madri, ndr) che abbiamo presentato è sembrata convincente". Ma soprattutto, ha aggiunto Lollini, "la Procura ha cambiato posizione, ed ha aderito alla questione di incostituzionalità, sollevata da noi avvocati di tutte le coppie di madri, ritenendo opportuno che la Consulta torni ad esaminare il tema". E dato che l'invito rivolto al legislatore con la sentenza 32 del 2021 della stessa Consulta è rimasti inascoltato, "potrebbe decidere di intervenire". La decisione spetterà sempre poi al Tribunale civile, "ma - ha aggiunto - il fatto che la Procura abbia aderito a sollevare la questione di costituzionalità è rilevante, anche per il Tribunale". "Ho anche insistito molto sulla inammissibilità di questi procedimenti - ha concluso Lollini - perché se il Tribunale dovesse definire le procedure inammissibili, Consulta o non Consulta, la questione si chiude qui". Oggi comunque i giudici hanno solo ascoltato le parti, non hanno preso decisioni. I casi sono tutti simili, ed è possibile che il Tribunale voglia arrivare a sentenza una volta vagliate tutte le procedure di impugnazione firmata dall'ex procuratrice Sanzari. Le udienze sono in programma sino a fine dicembre.

Le mamme arcobaleno sono tornare a manifestare stamane a Padova davanti al Tribunale, dove stavano per iniziare le udienze delle prime 4 coppie omogenitoriali contro le quali a giugno la Procura ha impugnato i certificati di nascita dei 37 figli di 'due mamme' - una biologica, e la seconda di intenzione - registrati all'anagrafe dal Comune euganeo.
Nella piazzetta antistante il Tribunale una trentina di mamme gay hanno dato vita ad un sit in con bandiere e cartelli a favore della causa delle coppie omogenitoriali, leggendo a voce alta i nomi dei bambini di tutte le 33 coppie di donne che dovranno comparire davanti ai giudici. La Procura, in base al decreto del ministro Piantedosi, ha chiesto la rettifica degli atti di nascita, con la cancellazione del cognome della mamma non biologica. Dopo la lettura dei nomi dei bambini le mamme si sono legate l'una all'altra ai polsi con un nastro rosa, scandendo più volte lo slogan "siamo tutte famiglie!". 

"Oggi a Padova inizia il processo civile contro 33 coppie di madri, colpevoli di aver ottenuto la trascrizione dei propri figli, vietata dalla circolare del ministro dell'Interno Piantedosi e impugnata con effetto retroattivo dalla Procura. Il tribunale potrebbe decidere di togliere bambini alle loro mamme, rendendo 37 figli legalmente orfani di un genitore. Una vicenda vergognosa frutto del furore ideologico anti-Lgbtqi+ e dell'accanimento contro le famiglie omoparentali da parte del governo italiano". Lo afferma in una nota Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo. "E' inaccettabile secondo gli standard europei che un Paese membro dell'Ue porti alla sbarra delle mamme colpevoli solo di aver voluto dare un futuro più sicuro ai loro figli. Si tratta di una chiara violazione dei diritti civili, delle libertà fondamentali e del diritto europeo, ma soprattutto una lesione della dignità di queste madri e di questi figli", aggiunge Gozi. "Essere oggi al loro fianco, contro la deriva orbaniana del nostro Paese, è una questione di civiltà. Non esistono famiglie eterosessuali di serie A e famiglie omosessuali di serie B", conclude.
   

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