Torna ad alzarsi la tensione sulla giustizia con un nuovo scontro tra governo e magistrati e l'opposizione che va all'attacco dell'esecutivo. Ad accendere la miccia il ministro Guido Crosetto che in un' intervista al Corriere della Sera sostiene che il governo può essere messo a rischio solo dall' "opposizione giudiziaria" e riferisce di aver saputo di "riunioni di una corrente della magistratura in cui si dibatte di come "fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni'".
Una presa di posizione che arriva proprio nel giorno in cui l'Anm riunisce a Roma gli iscritti sugli attacchi venuti nei mesi scorsi da governo e maggioranza ai magistrati - a partire dalla giudice catanese Iolanda Ippolito - che hanno sconfessato il dl Cutro in materia di migranti. L'accusa del ministro è "una fake news" che "non ha alcun fondamento" e "fa male alle istituzioni". È un "attacco" ai magistrati , ma anche "una rappresentazione malevola dell'impianto istituzionale del Paese", ribatte il presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia, che ritiene "fuorviante" la rappresentazione di una magistratura "che rema contro" e che si fa "opposizione politico-partitica".
Dalla riunione delle toghe arrivano altre repliche al ministro. Ciccio Zaccaro, segretario di Area, il gruppo delle toghe progressiste, accusa Crosetto di "delegittimare le istituzioni repubblicane". Mentre il segretario di Magistratura democratica, Stefano Musolino interpreta le parole del ministro Crosetto come "un monito" alla magistratura a "conformarsi agli scopi del governo".
Ma è soprattutto sul terreno della politica che il clima si fa incandescente, con le opposizioni (con l'eccezione di Italia viva) che censurano le affermazioni di Crosetto e invitano il ministro a riferire in Parlamento ("immediatamente", come sollecita il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova) o ad andare in procura se ha le prove di quello che dice. Tant'è che il titolare della Difesa replica più volte alle critiche, spiega che non ha inteso attaccare la magistratura, ma "solo difendere le istituzioni cercando la verità" e assicura che è pronto a presentarsi al Copasir o in Antimafia.
"Se il ministro sa qualcosa che mette in pericolo la sicurezza nazionale, lo dica. Diversamente, la smetta questo governo di lanciare velate minacce" avverte Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, mentre i parlamentari del suo gruppo in Antimafia chiedono di fissare "al più presto" l'audizione di Crosetto. L'accusa di Crosetto ai magistrati è "gravissima" perchè significa attribuire a una parte della magistratura "finalità eversive": se il ministro ha informazioni così rilevanti, lo incalza il presidente del M5s Giuseppe Conte, "deve andare immediatamente in procura". Anche per il leader di Azione Carlo Calenda "un ministro non può riferire di complotti di magistrati senza denunciarli: non siamo al bar dello sport". Non fa sconti nemmeno il presidente nazionale di Centro democratico Bruno Tabacci: quelle di Crosetto sono "parole in libertà", mentre di dichiarazioni " eversive" parlano Angelo Bonelli (Avs) e Giovanni Barbera (Rifondazione comunista). Il leader di Iv Matteo Renzi invece solleva il problema delle ragioni per le quali Giorgia Meloni "ha bloccato la riforma della giustizia".
Poche le voci dalla maggioranza. Forza Italia si schiera con Crosetto e prende la palla al volo per chiedere che la riforma della giustizia, una "priorità" si faccia prima di quella del premierato, come sollecitano il capogruppo alla Camera Paolo Barelli e il deputato Alessandro Cattaneo. Riforma invocata anche dal segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa.
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