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S.Sede, le benedizioni di coppie irregolari-gay siano semplici e brevi

S.Sede, le benedizioni di coppie irregolari-gay siano semplici e brevi

Spiegazioni in un comunicato della Dottrina della Fede

CITTÀ DEL VATICANO, 04 gennaio 2024, 18:54

Redazione ANSA

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Papa Francesco - RIPRODUZIONE RISERVATA

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Papa Francesco - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le "benedizioni pastorali" alle coppie irregolari o dello stesso sesso, consentite in base alla recente dichiarazione 'Fiducia supplicans', che devono "distinguersi chiaramente dalla benedizioni liturgiche e ritualizzate", devono essere soprattutto "molto brevi": sono "benedizioni di pochi secondi, senza Rituale e senza Benedizionale", in cui "se si avvicinano insieme due persone per invocarla, semplicemente si chiede al Signore pace, salute e altri beni per queste due persone che la richiedono".

Allo stesso tempo "si chiede che possano vivere il Vangelo di Cristo in piena fedeltà e che lo Spirito Santo possa liberare queste due persone da tutto ciò che non corrisponde alla sua volontà divina e di tutto ciò che richiede purificazione". Lo spiega un comunicato del Dicastero per la Dottrina della Fede. 

 La lunga nota dell'ex Sant'Uffizio sulla ricezione di 'Fiducia supplicans', a firma del cardinale prefetto Victor Manuel Fernández e del segretario monsignor Armando Matteo, è diretta a rispondere alle numerose obiezioni e opposizioni da parte di conferenze episcopali nel mondo, e ripete che la dottrina sul matrimonio non cambia, spiega che i vescovi possono discernere l'applicazione a seconda dei contesti, e ribadisce che le benedizioni pastorali non sono paragonabili a quelle liturgiche e ritualizzate.

In tema di Dottrina, si riconosce che "i comprensibili pronunciamenti di alcune Conferenze episcopali (...) hanno il valore di evidenziare la necessità di un periodo più lungo di riflessione pastorale". Tuttavia "quanto espresso da queste Conferenze episcopali non può essere interpretato come un'opposizione dottrinale, perché il documento è chiaro e classico sul matrimonio e sulla sessualità". In particolare quando la dichiarazione afferma che "sono inammissibili riti e preghiere che possano creare confusione tra ciò che è costitutivo del matrimonio, quale 'unione esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperta a generare figli' e ciò che lo contraddice. Questa convinzione è fondata sulla perenne dottrina cattolica del matrimonio. Soltanto in questo contesto i rapporti sessuali trovano il loro senso naturale, adeguato e pienamente umano. La dottrina della Chiesa su questo punto resta ferma".

Nella nota si fa riferimento anche alla "situazione delicata di alcuni Paesi", spiegando che "se ci sono legislazioni che condannano con il carcere e in alcuni casi con la tortura e perfino con la morte il solo fatto di dichiararsi omosessuale, va da sé che sarebbe imprudente una benedizione. È evidente che i Vescovi non vogliono esporre le persone omosessuali alla violenza".
Per il Dicastero, comunque, "la vera novità di questa Dichiarazione, quella che richiede un generoso sforzo di ricezione e da cui nessuno dovrebbe dichiararsi escluso, non è la possibilità di benedire coppie irregolari. È l'invito a distinguere tra due forme differenti di benedizioni: 'liturgiche o ritualizzate' e 'spontanee o pastorali'". E queste ultime "non sono una consacrazione della persona o della coppia che le riceve, non sono una giustificazione di tutte le sue azioni, non sono una ratifica della vita che conduce".

Se ne dà persino un esempio: "il sacerdote può recitare una semplice orazione come questa: 'Signore, guarda a questi tuoi figli, concedi loro salute, lavoro, pace e reciproco aiuto.
Liberali da tutto ciò che contraddice il tuo Vangelo e concedi loro di vivere secondo la tua volontà. Amen'. E conclude con il segno della croce su ciascuno dei due". "Si tratta di 10 o 15 secondi - rileva l'ex Sant'Uffizio -. Ha senso negare questo tipo di benedizioni a queste due persone che la implorano? Non è il caso di sostenere la loro fede, poca o molta che sia, di aiutare le loro debolezza con la benedizione divina, e di dare un canale a questa apertura alla trascendenza che potrebbe condurli a essere più fedeli al Vangelo?".

E questa benedizione a coppie irregolari o gay "mai verrà svolta contestualmente ai riti civili di unione e nemmeno in relazione a essi. Neanche con degli abiti, gesti o parole propri di un matrimonio". Inoltre, "non deve avvenire in un posto importante dell'edificio sacro o di fronte all'altare, perché anche questo creerebbe confusione". 

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