L'Intelligenza artificiale è uno
strumento che oltre a rappresentare un rischio può portare un
beneficio per la biosicurezza globale ed è importante che ci sia
un continuo monitoraggio e una condivisione di input su come
affrontare a livello pratico l'ampia diffusione di strumenti di
IA sulla biosicurezza. Queste sono le conclusioni del summit di
38 scienziati chiamati ad esprimersi sull'impatto della
tecnologia sulla biosicurezza mondiale che si è tenuto in questi
giorni a Trieste.
L'incontro, organizzato all'Ictp da InterAcademy partnership,
un ente sotto l'egida Unesco che riunisce oltre 150 accademie
scientifiche, era finalizzato a mettere in atto una simulazione
di come un organo di consulenza scientifica al servizio della
convenzione Onu che vieta le armi biologiche e tossiniche, la
Biological weapons convention (Bwc), potrebbe operare. Dotare la
Bwc, convenzione che l'anno prossimo compirà 50 anni, di un tale
organo, già costituito nelle altre due realtà Onu che vietano
armi di distruzione di massa (chimiche e nucleari), è un tema
aperto fin dalla sigla della convenzione stessa.
Per Ljupčo Gjorgjinski facilitatore per Bwc sui temi di
scienza e tecnologia e consulente di Iap, l'esperimento "è stato
un successo. Abbiamo bisogno urgente di un organo scientifico
perché scienziati competenti e indipendenti studino questi temi
complessi e diano le loro raccomandazioni ai decisori politici
in tutto il mondo perché il pianeta continui ad essere un posto
sicuro". Ovviamente, "restando sull'attenti per quanto riguarda
i rischi", ha concluso.
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