"Domani mattina verranno gli
ispettori dell'Ufficio scolastico regionale. Sono a disposizione
della chiarezza e della verità. Per questo sono contento della
presenza degli ispettori domattina. Perché tutti noi siamo certi
di avere fatto il meglio proprio per il bimbo". Così all'ANSA
Riccardo Agresti, il preside della scuola di Ladispoli, dopo il
caso scoppiato per un bimbo di 6 anni sospeso per 21 giorni e
non fatto entrare a scuola dopo che il Tar ne aveva disposto il
suo ritorno in classe.
Ma il preside precisa che non sapeva ancora del
pronunciamento del tribunale e che "Una volta letta la decisione
del Tar ho dato disposizioni di non impedire l'accesso".
"Parcheggiata la mia auto ed entrando nel cancello di scuola
è arrivata una pattuglia dei Carabinieri, per cui ho atteso nel
mio ufficio il loro arrivo (papà, bimbo e Carabinieri). Invece
poi non è entrato nessuno e sono "spariti" tutti - il racconto
del preside - . Una volta letta la decisione del Tar ho dato
disposizioni di non impedire l'accesso ad alcuno e stamani mi
attendevo che il papà entrasse con il bimbo ed in effetti mi
sono insospettito del fatto che il bimbo non si fosse
presentato" "Nessuno impedirà l'accesso del bimbo dopo la
decisione del Tar", ha ribadito.
Il problema reale della vicenda è "semplicemente la famiglia
che ritiene la Scuola un babysitteraggio e se ne infischia del
fatto che altri 21 bambini non stanno imparando a leggere e
scrivere a causa della situazione della classe".
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