Ad una donna con cane guida
sarebbe stato rifiutato l'accesso ad un ambulatorio medico a
Vicenza. Lo denunciano i consiglieri regionali del Pd, Andrea
Zanoni e Chiara Luisetto rilevando che "nell'ambito di progetti
specifici, oggi i cani possono accedere perfino ai reparti di
oncologia pediatrica per programmi preziosissimi di pet terapy"
e che "è quindi spiazzante apprendere che nel 2024 una struttura
sanitaria pubblica del Veneto neghi l'accesso nei propri luoghi
al cane guida di una paziente. Si tratta di un errore grave che
richiede un verifica puntuale di quanto accaduto e una
spiegazione pubblica da parte dell'Ulss competente circa gli
eventuali correttivi da mettere in atto".
I due esponenti del Pd riferiscono che una giovane studentessa
vicentina "si è sentita dire da una infermiera e da un medico di
un ambulatorio dell'Ulss presso il quale aveva un appuntamento
che il suo cane guida Opale non poteva entrare nella struttura".
"Quanto accaduto addolora e ci tocca - proseguono - Conosciamo
tantissimi medici e infermieri sensibili, ma altrettanto
chiaramente la vicenda ci dice che, forse, le procedure e la
formazione nelle Ulss venete non sono sufficienti a mettere
tutto il personale sanitario nelle condizioni di riconoscere e
gestire casi simili. Questo - concludono - è molto grave dal
momento che il cane guida è indispensabile all'autonomia della
persona, e ostacolarne la mobilità significa di fatto limitare
il diritto alla salute e alla cura della persona non vedente o
ipovedente".
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