E' stata, quella di oggi, un'altra giornata di passione per gli atenei italiani, dove 2.500 tra docenti, i dottorandi e assegnisti hanno firmato una lettera in cui si chiede di rescindere le collaborazioni scientifiche con Israele ed in particolare di bloccare il bando del ministero degli Affari Esteri per l'accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele che scade domani.
Contro queste collaborazioni oggi si è svolto uno 'sciopero universitario', al quale ha aderito anche il sindacato Usb, con una protesta partita dalle ore 12 a fine turno per il personale tecnico amministrativo, bibliotecario e docente delle Università e per l'intera giornata per il personale delle Università di Roma.
Al Politecnico di Milano gli studenti hanno occupato il rettorato per poco più di un'ora. Al Politecnico di Torino c'è stato un sit in; una ventina di componenti del comitato Palestina libera hanno fatto irruzione nella riunione odierna del Senato accademico dell'Università di Siena per chiedere di non partecipare al bando per il finanziamento di progetti congiunti di ricerca italo-israeliani. A Padova un centinaio di studenti è arrivato nella sede centrale dell'Università, a Palazzo Bo, per chiedere che l'Ateneo non aderisca al bando e qualche attimo di tensione c'è stato quando gli studenti hanno tentato di entrare dall'ingresso laterale, trovando il presidio di un cordone di agenti di Polizia in tenuta antisommossa.
Proteste anche davanti all'Università di Bologna. Alcune decine di persone hanno manifestato in piazza dei Cavalieri a Pisa, nei pressi della sede della Normale. In serata il collettivo Cambiare rotta ha reso noto che "la comunità studentesca di Bari ha ottenuto lo storico risultato del blocco del bando Maeci", dopo la seduta straordinaria del Senato accademico che si è tenuta oggi nell'ateneo pugliese.
Davanti alla Farnesina si è svolto un presidio dalle ore 15: una docente e uno studente sono poi stati ricevuti da un funzionario del ministero.
I manifestanti hanno chiesto di avere risposte entro domani, entro 24 ore, per rispondere alle mobilitazioni in atto nelle università italiane. "Il contatto c'è stato e di questo siamo grati, ma il dialogo è in genere a due vie. Abbiamo parlato senza ricevere una risposta ma solo una registrazione ufficiale.
Siamo dispiaciuti", hanno detto i manifestanti che hanno concluso il presidio al termine dell'incontro alla Farnesina.
Intanto dagli Stati Uniti, dove è in missione internazionale, il ministro dell'Università Anna Maria Bernini, a quanto si apprende da fonti qualificate, si è tenuta aggiornata su quanto accaduto negli atenei, a partire dalle occupazioni dei rettorati di Napoli e Politecnico di Milano.
Episodi giudicati "inaccettabili" dal ministro Bernini e che si aggiungono a quelli delle scorse settimane come l'occupazione del rettorato de La Sapienza e l'aggressione al rettore di Genova, Federico Delfino. Nei prossimi giorni si terrà un punto tra Bernini e il collega dell'Interno Piantedosi, confronto che sarà allargato alla Crui e agli enti di ricerca. Proprio dal Viminale, nei giorni scorsi è comunque filtrata una posizione molto prudente sulla gestione dell'ordine pubblico nelle università: non sarebbe in programma un cambiamento delle regole ora in vigore.
Azioni di protesta sono però previste a La Sapienza il 16 aprile, in occasione del Senato Accademico dell'Ateneo. Il fronte resta insomma caldo.
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