"L'indagine inizia adesso. Siamo molto curiosi di capire cosa era venuto a fare a Roma". Gli investigatori della Digos di Roma sono al lavoro su Ilkhomi Sayrakhmonzoda, tagiko 32enne "membro attivo dell'Isis", arrestato in mattinata a Fiumicino mentre stava per salire su un treno diretto verso la Capitale Le manette sono scattate perchè l'uomo era destinatario di una 'red notice' dell'Interpol - una richiesta di arresto internazionale - emessa proprio dal Tagikistan, in quanto Sayrakhmonzoda nel 2014 si era arruolato nelle fila dello Stato islamico ed era andato a combattere in Siria. In precdenza era stato arrestato in Belgio.
La nazionalità dell'arrestato - in un momento di alta tensione per i conflitti in corso - richiama il gruppo di fuoco che ha colpito alla Crocus Hall di Mosca il 22 marzo scorso; un attentato che è stato rivendicato dall'Isis. Al momento non ci sono però elementi che evidenzierebbero legami con quell'azione.
Il Tagikistan è una delle nazioni che fornisce un numero consistente di militanti dell'Isis Khorasan, formazione che conterebbe su cellule dormienti anche in Europa.
Quello che si sa è che il tagiko - capelli corti, barba, vestito con jeans, maglietta bianca e sneakers, valigia in mano - è atterrato alle 11.45 a Fiumicino proveniente da Eindhoven, in Olanda, sotto false generalità. Gli agenti della Polizia gli hanno quindi rilevato le impronte che hanno ricondotto alla persona ricercata dall'Interpol su richiesta tagika. I suoi movimenti nello scalo di Fiumicino sono stati monitorati per vedere se era atteso da qualcuno. Ma l'uomo dall'area degli arrivi si è spostato da solo verso il treno che porta a Roma ed a quel punto gli agenti sono intervenuti bloccandolo. Gli sono stati sequestrati il cellulare e circa duemila euro in contanti.
Roma non era dunque una tappa intermedia, ma la sua destinazione. Non aveva infatti un altro biglietto aereo per ripartire. Sayrakhmonzoda è 'sconosciuto' alle banche dati delle forze dell'ordine italiane, non ha dunque precedenti sul territorio nazionale. Ha però numerosi alias con nazionalità e date di nascita diverse, in particolare dell'Uzbekistan, del Kirghizistan e dell'Ucraina. Gli investigatori contano ora attraverso l'analisi del telefonino di risalire ad eventuali contatti italiani dell'uomo. Già, perchè il suo arrivo a Roma apre ad interrogativi inquietanti: programmava un'azione? Doveva reclutare qualcuno? C'era una rete che lo attendeva? In questo momento è a disposizione dell'autorità giudiziaria che dovrà valutare la richiesta di estradizione del Tagikistan.
Un'operazione, quella di oggi, che dimostra l'elevata allerta degli apparati di sicurezza con il potenziamento dell'attività di controllo specie in un punto sensibile e nevralgico come l'aeroporto di Fiumicino. L'arresto, ha commentato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi., è "un risultato molto importante, il frutto dell'efficace attività di prevenzione svolta dai nostri apparati sul territorio nazionale per contrastare la minaccia terroristica". È la conferma, ha aggiunto, della "proficua cooperazione con le Forze di polizia di altri Paesi. Con i nostri partner internazionali, infatti, esiste una costante condivisione sia del patrimonio informativo sia delle strategie operative per fronteggiare efficacemente i profili di rischio".
Dal 7 ottobre sono circa 51 le persone espulse dall'Italia per motivi di sicurezza.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA