Nessuna corruzione ma solo "comportamenti inopportuni con un amico" e comunque un "operato fatto solo nell'interesse del porto e degli operatori portuali". Si è difeso per quasi tre ore Paolo Emilio Signorini, il presidente dell'Autorità portuale di Genova ed ex amministratore delegato di Iren, in carcere dal 7 maggio nell'inchiesta per corruzione che ha terremotato la Regione Liguria e portato ai domiciliari il presidente Giovanni Toti. Intanto, il giudice ha respinto la richiesta di Aldo Spinelli di revoca degli arresti domiciliari. L'anziano terminalista, secondo il gip, potrebbe inquinare le prove e corrompere ancora. In mattinata, poi, è stato risolto anche il "giallo" del verbale di Roberto Spinelli. Giudice, procura e i suoi avvocati Andrea Vernazza e Sandro Vaccaro, hanno riascoltato la registrazione e hanno convenuto che la frase pronunciata è stata "Toti chiedeva finanziamenti leciti" e non, come scritto nel verbale stilato dal software, "illeciti". Signorini, difeso dagli avvocati Enrico e Mario Scopesi, ha respinto tutte le accuse e "col senno di poi ha capito che il suo non era un comportamento adeguato".
Il manager pubblico è arrivato in procura alle 13.30 ed è uscito poco prima delle 16. I pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde, insieme all'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati avevano preparato una lista di domande, una dozzina. Dopo aver risposto, Spinelli ha anche rilasciato spontanee dichiarazioni "sulla correttezza delle pratiche amministrative". L'interrogatorio, chiesto dallo stesso Signorini, non avrebbe convinto la Procura. Secondo i pubblici ministeri l'ex presidente dell'Autority avrebbe ricevuto soldi, regali, alloggi in alberghi di lusso a Monte Carlo, da Spinelli e in cambio avrebbe velocizzato le pratiche che lo riguardavano: la concessione della proroga di 30 anni per il Terminal Rinfuse, l'assegnazione delle aree ex Carbonile, il tombamento di Calata Concenter. Il manager ha spiegato che i 15 mila euro (che avrebbe, secondo l'accusa, ricevuto in contanti da Spinelli) "li ha presi da una amica e glieli ha poi restituiti con le vincite al Casinò" mentre tutte le pratiche "amministrative sono state fatte correttamente e per mantenere un equilibrio tra gli operatori portuali". E i 15 mila euro sono citati come esempio dal gip per respingere la revoca dei domiciliari per Spinelli senior. Per il gip "permangono i gravi indizi di colpevolezza e un concreto e attuale pericolo di inquinamento probatorio". L'anziano potrebbe mettersi in contatto "con altre persone coinvolte nelle vicende criminose per concordare una diversa versione dei fatti" vista "la particolare capacità e intraprendenza elusiva manifestata dall'indagato a discapito dell'età nel corso delle indagini come il caso dei soldi da dare a Signorini, con la falsa versione del regalo di nozze". Tra l'altro, il gip sottolinea come l'anziano potrebbe corrompere ancora visto che "le condotte per cui si procede sono tutt'altro che risalenti visto che le ultime risalgono ad agosto 2023". Domani i pubblici ministeri e il procuratore capo Nicola Piacente andranno in commissione parlamentare Antimafia. E in settimana potrebbero essere sentiti, come testimoni, il sindaco Marco Bucci e l'armatore Gianluigi Aponte.
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