Tra i giovani aumenta la natura
violenta dei reati commessi da chi delinque e cala l'età in cui
si commette il primo reato, ma il numero dei casi non cresce. È
quanto emerge da uno studio esplorativo condotto da Transcrime -
Centro di ricerca dell'Università Cattolica - partendo dai dati
dell'Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Milano,
insieme al Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità
del ministero della Giustizia. Oltre alle statistiche ufficiali,
sono state analizzate informazioni riferite a un campione di 100
ragazzi presi in carico dall'Ussm di Milano per provvedimenti di
natura penale nei bienni 2015-2016 e 2022-2023.
Lo studio, che segue una precedente mappatura (2022) del
fenomeno delle cosiddette gang giovanili, evidenzia come non
aumentano i reati, ma cresce la violenza. Si registra un aumento
di rapine o lesioni personali, mentre calano furti e spaccio di
stupefacenti. Cresce anche l'incidenza di ragazzi con rapporti
conflittuali e violenti in famiglia. Inoltre si inizia a
delinquere da più giovani: cala notevolmente l'età media al
momento del primo reato, che in più della metà dei casi viene
commesso prima dei 15 anni. Cresce il disagio psicologico e
relazionale.
"Gli episodi di devianza giovanile ci fanno credere a un
aumento dei casi, - spiega Ernesto Savona, direttore di
Transcrime - ma i dati ufficiali raccontano un problema diverso:
ad aumentare non sono i numeri, ma la violenza allarmante dei
comportamenti".
"I comportamenti di crescente violenza che contraddistinguono
la devianza minorile - conferma Maria Carla Gatto, presidente
del Tribunale per i minorenni di Milano - dovrebbero indurci ad
investire in maniera strutturata sulla prevenzione del disagio
dei ragazzi e degli adolescenti, garantendo maggiori risorse e
migliore coordinamento ai servizi sociali e a quelli psicologici
e sanitari al fine di intercettare in tempo utile i segnali di
malessere".
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