"Un business" messo in piedi da "una
compagine criminale altamente qualificata". Così gli inquirenti
hanno definito il presunto sodalizio sgominato dalla Polizia che
operava nel nord Barese e nel Foggiano, riuscendo a mettere a
segno furti di auto di grossa cilindrata, per lo più Suv di
lusso, con estrema rapidità: uno o due minuti al massimo.
I particolari dell'inchiesta denominata Stolen (Rubato), che ha
portato all'escuzione di 26 misure cautelari (ma gli indagati
sono più di 30), sono stati illustrati nel coso di una
conferenza stampa che si è svolta in procura a Trani.
L'attività investigativa ha svelato una perfetta e collaudata
"piccola industria del furto" composta da due gruppi, i Di
Bisceglie e i Lovergine di Andria, autonomi ma capaci anche di
scambiarsi strumenti per rubare le auto. Entrambi i gruppi poi
si poggiavano su un canale attivo a Cerignola per il riciclaggio
di fanali e motori.
L'indagine, supportata anche dall'analisi delle immagini di
sistemi di videosorveglianza pubblici e privati, è iniziata lo
scorso ottobre dopo una perquisizione effettuata a casa di un
cittadino di Andria, trovato in possesso di numerosi pezzi di
auto. In tal modo gli inquirenti hanno individuato i due gruppi
che, per il gip del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante che ha
firmato l'ordinanza di custodia cautelare, avrebbero dimostrato
"una forte propensione a interagire tra loro", caratteristica
"tipica delle organizzazioni mafiose", ha spiegato il capo della
Procura di Trani, Renato Nitti.
Gli indagati erano anche accomunati dall'idea che "il carcere
era un rischio da correre, uno scotto da pagare e continuavano a
rubare", ha aggiunto Nitti. Dalla conferenza stampa è emerso che
la Bat è "prima in Italia per i furti di auto". "Questa
operazione - ha concluso il procuratore - segna un cambio di
passo. In questa maniera possiamo girare pagina".
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