Uno striscione lungo 15 metri, con
su scritto 'Politecnico: stop research for genocide', affiancato
dalla bandiera della Palestina, è stato appeso questa mattina
dagli attivisti del collettivo ambientalista Extinction
Rebellion ,al braccio orizzontale della gru del cantiere che
affaccia su corso Castelfidardo, a Torino, a pochi metri
dall'ateneo.
Gli attivisti si sono arrampicati con imbraghi e caschetto
fino al braccio. Un'azione in solidarietà con gli occupati pro
Palestina dopo che ieri il Senato accademico ha bocciato la loro
mozione.
"La mozione degli occupanti conteneva proposte circostanziate
e supportate da dati - dice Antonio, studente del Politecnico e
attivista di Extinction Rebellion - Come nel caso di rescissione
degli accordi con aziende belliche, in cui veniva proposta un
piano concreto attuativo di disinvestimento. Bocciando in toto
la mozione, il Senato ha impedito che queste proposte venissero
analizzate e discusse per punti, negando ogni possibilità di
reale dialogo". Le richieste degli studenti ruotavano attorno a
una dichiarazione di solidarietà alla società civile palestinese
e a un'assunzione di responsabilità dell'ateneo rispetto alle
conseguenze della propria ricerca, tramite la verifica che essa
sia sempre dei principi della pace e della giustizia sociale e
climatica.
"Disinvestire nell'industria bellica vuol dire avere
veramente una ricerca libera e non costretta a sottostare a
queste dinamiche per necessità economiche, avere un Politecnico
non coinvolto nelle guerre, nei massacri, nei genocidi", afferma
Irene di Extinction Rebellion, che sottolinea inoltre le pesanti
ricadute a livello ambientale e in termini di emissioni
climalteranti della guerra.
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