Ricordato oggi a Palermo
l'imprenditore Libero Grassi ucciso 33 anni fa dalla mafia per
non avere pagato il pizzo. Come ogni anno i figli Davide e Alice
Grassi insieme al nipote Alfredo in via Alfieri hanno incollato
alla parete il manifesto e verniciato di rosso il luogo dove è
stato trovato l'imprenditore morto. "Le persone che sono qua
questa mattina ricordano mio nonno Libero Grassi, il resto della
città difficile dirlo - dice il nipote Alfredo Chiodi - Penso
che sia responsabilità di chi conserva questa memoria
avvicinarsi al resto della società. Per questo io quando posso
vado nelle scuole a raccontare chi era mio nonno e qual è stato
il suo impegno".
L'imprenditore venne ucciso alle 7.30 mentre come tutte le
mattina si recava al lavoro nell'azienda tessile Sigma. A
gennaio del 1991 aveva scritto una lettera aperta, pubblicata
dal Giornale di Sicilia, al suo "ignoto estorsore" per
chiedergli di "risparmiare telefonate dal tono minaccioso e le
spese per l'acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non
siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la
protezione della polizia". Libero Grassi in questa sua battaglia
era stato lasciato solo soprattutto dagli imprenditori. Nel
manifesto affisso ogni anno dai figli si legge: "Il 29 agosto
1991 qui è stato assassinato Libero Grassi, imprenditore, uomo
coraggioso, ucciso dalla mafia, dall'omertà dell'associazione
degli industriali, dall'indifferenza dei partiti, dall'assenza
dello Stato".
"Ogni anno conto i buoni di questa città e che vengono e
continuano a venire, vedo tanti amici e mi fa piacere - dice
Alice Grassi - Io ogni giorno ricordo il dolore di questa
vicenda".
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