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Muore 23 giorni dopo il parto, indagato medico a Reggio Emilia

Muore 23 giorni dopo il parto, indagato medico a Reggio Emilia

La donna aveva accusato mal di testa ma era stata dimessa

REGGIO EMILIA, 17 settembre 2024, 11:18

Redazione ANSA

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Un medico dell'ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia è indagato con l'accusa di omicidio colposo, per la morte di una 36enne neo mamma. A darne notizia è La Gazzetta di Reggio che racconta come la donna - una influencer di origine nigeriana, già madre di una bimba di tre anni - avesse partorito il 31 luglio scorso proprio nella città emiliana. Il 12 agosto, si sente male: accusa un forte mal di testa e si presenta al pronto soccorso dal quale viene dimessa.
    Il 14 agosto, si sveglia per allattare la neonata e, successivamente, verso mezzogiorno, avverte nuovamente un grande dolore alla testa. La madre della donna chiama l'ambulanza che è arrivata alle 12.48, carica la ragazza e la porta al pronto soccorso. Alle 15,30 la mamma riceverà una telefonata con la quale le comunicano che la figlia fosse grave, in stato di coma, e che avrebbero dovuto procedere con l'operazione al cervello.
    Il 23 agosto viene dichiarata la morte cerebrale a causa di "un'emorragia subaracnoidea" improvvisa.
    La famiglia si è rivolta all'avvocato Pina Di Credico che ha presentato una denuncia dalla quale sono scaturite le indagini della questura. Da qui, la procura reggiana - prima con la pm Denise Panoutsopoulos, poi con il pm Dario Chiari che ha ereditato il fascicolo - ha aperto un'inchiesta, iscrivendo nel registro degli indagati un medico dell'Arcispedale, disponendo il sequestro delle cartelle cliniche e della salma, sulla quale è stata effettuata l'autopsia.
    "Non vogliamo vendetta, ma solo capire se ciò che è accaduto possa ritenersi un fatto assolutamente imprevedibile e non arginabile con alcun tipo di intervento sanitario oppure se vi fossero, già in occasione del primo accesso in pronto soccorso del 12 agosto, gli elementi per indurre il personale medico ad effettuare degli approfondimenti diagnostici che avrebbero potuto salvarle la vita e che non ci risultano siano stati espletati", fa sapere la famiglia. L'Ausl, interpellata dall'ANSA, non rilascia dichiarazioni "dato che c'è un'inchiesta in corso".
   

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