Alla vigilia del derby di Coppa Italia tra Genoa e Sampdoria, giocato giovedì e vinto ai rigori dai blucerchiati, il questore Silvia Burdese aveva annunciato il pugno duro contro i violenti.
E così potrebbe essere. Dopo gli arresti in flagranza e in differita e le perquisizioni dei giorni scorsi, la procura sta valutando se contestare agli ultrà anche l'associazione, la devastazione e il saccheggio (il reato contestato per i fatti del G8 del 2001) o la pubblica intimidazione con uso delle armi.
Reati pesantissimi, gli ultimi due, con pene che vanno dagli otto ai 15 anni. Prima, però, dovrà arrivare la relazione della Digos con il calcolo totale dei danni e le identificazioni di quanti hanno partecipato ai tafferugli. E capire se dietro l'escalation di episodi e violenza ci sia una vera e propria regia. Intanto sono stati convalidati gli arresti dei cinque ultras (tre del Genoa e due della Sampdoria, i primi difesi dagli avvocati Raffaele Caruso e Fabio Strata, i secondi dai legali Matteo Carpi e Pietro Bogliolo) coinvolti nei disordini.
I tifosi hanno risposto alle domande del giudice, ammettendo i fatti e dicendosi pentiti, e disponibili anche a risarcire i danni. Il giudice ha disposto, poi, per uno di loro (già coinvolto negli episodi di Genoa-Siena del 2012) gli arresti domiciliari, mentre per gli altri l'obbligo di firma e il Daspo per cinque anni.
Le accuse, a vario titolo, sono di resistenza aggravata, rissa, porto abusivo di oggetti atti a offendere. La procura farà appello contro la scarcerazione degli ultras marsigliesi fermati fuori dallo stadio, arrivati dalla Francia a sostegno dei genoani. Due di loro sono stati rilasciati con decreto di allontanamento e Daspo europeo. La guerriglia urbana andata in scena mercoledì è stata causata dall'esposizione, durante il match, degli striscioni storici che le tifoserie si erano rubati in primavera dopo una serie di aggressioni tra piccoli gruppetti di supporter.
A maggio c'era stato anche un accoltellamento in un bar. Dopo gli arresti per quell'episodio si era raggiunta una sorta di pax. Ma nelle scorse settimane le due tifoserie si erano contrapposte, anche sel'intervento della polizia aveva scongiurato il peggio. Fino a mercoledì sera, quando le forze dell'ordine sono riuscite a evitare gli scontri diretti anche se 38 agenti sono rimasti feriti. Il prefetto di Genova, dopo i tafferugli, ha fatto giocare Genoa-Juventus a porte chiuse. La tensione tra rossoblu e blucerchiati resta comunque ancora alta.
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