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Iannuzzi: 'Sul corteo pro Pal una reazione eccessiva' - L'intervista

Iannuzzi: 'Sul corteo pro Pal una reazione eccessiva' - L'intervista

Analista all'ANSA sui problemi nella comunicazione sul conflitto

ROMA, 05 ottobre 2024, 20:21

Chiara Venuto

ANSACheck
Corteo pro Pal - RIPRODUZIONE RISERVATA

Corteo pro Pal - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Se andiamo a vedere il messaggio chiave di questa manifestazione qual è? È la richiesta di un cessate il fuoco, un elemento che non rappresenta la richiesta di qualche estremista filopalestinese, ma una questione fondamentale, posta dalla stessa amministrazione americana che ha negoziato per mesi" su questo tema. A dirlo all'ANSA è l'analista di politica internazionale Roberto Iannuzzi, che è anche autore de 'Il 7 ottobre tra verità e propaganda', libro pubblicato lo scorso maggio da Fazi Editore in cui cerca di indagare i diversi modi in cui l'attacco di un anno fa è stato rappresentato dalle parti in causa e dagli osservatori di tutto il mondo. E aggiunge: "finora tutte le manifestazioni a favore della Palestina sono state pacifiche. Questo improvviso giro di vite è un po' eccessivo".


    "C'è un tentativo di silenziare tutte le voci che non si conformano in qualche modo alla narrazione ufficiale che ci è stata fornita dai mezzi di comunicazione di grande diffusione", spiega ancora. "Un fenomeno che non riguarda soltanto l'Italia - prosegue - ma presente anche a livello europeo: cose di questo tipo sono successe in Germania, dove non si può manco portare una bandiera palestinese". Lo studioso, a lungo ricercatore presso l'Unione delle Università del Mediterraneo (Unimed), pensa "non sia un buon segnale, perché per risolvere un qualsiasi conflitto è necessario sentire tutte le parti in causa. Io credo che in questo momento sarebbe necessario puntare i riflettori dell'informazione sul conflitto mediorientale, sulla tragedia che è in corso e sui rischi enormi che stiamo compiendo, perché si sta allargando".


    Tra le ragioni di questo, secondo Iannuzzi, l'opera di manipolazione dell'informazione da parte del governo israeliano e non solo. Anche se, per assurdo, "le fonti d'informazione israeliane che ho consultato per il mio libro forniscono una versione molto più contrastata e sfaccettata rispetto a quello che è avvenuto il 7 ottobre. Invece qui non si può sfidare quella che è ormai una versione consolidata". Il che, prosegue l'analista, "è un sintomo della crisi delle nostre democrazie: la libertà dell'informazione è un punto chiave fondamentale del funzionamento democratico".


    La posta in gioco è alta, ritiene. "Nel momento in cui una narrazione viene ufficializzata, diventa la versione ufficiale di quello che è accaduto - conclude Iannuzzi - se c'è una versione unitaria, a quel punto non ci si può nemmeno formare un'opinione personale, si finisce per leggere in maniera scorretta gli eventi internazionali e, di conseguenza, sulla base di queste letture si prendono decisioni sbagliate che possono avere conseguenze molto gravi".
    Per quanto riguarda gli scontri, Iannuzzi afferma che "Non so chi rappresentino costoro, finora le manifestazioni pro Palestina erano sempre state pacifiche". E puntualizza: "per quanto l'azione sia evidentemente da condannare, è evidente che i provvedimenti restrittivi contribuiscono a esacerbare gli animi. A meno che non si tratti di infiltrati di qualche sorta".

   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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