Hanno presentato richieste di
concordato in appello, una sorta di patteggiamento in secondo
grado, a pene rispettivamente di 3 anni e 8 mesi e 2 anni, con
pena sospesa, Ferdinando Matera e Armando Messineo, ossia l'ex
direttore generale e l'ex presidente della Cesare Pozzo, storica
Società nazionale di mutuo soccorso, e ai vertici all'epoca
della controllata Fondo Salute Sce, dalle cui casse, secondo le
indagini dei pm milanesi, sarebbero stati drenati circa 5
milioni di euro attraverso pagamenti di fatture per operazioni
inesistenti.
Matera in primo grado, nel maggio 2023, era stato condannato
a 10 anni e 6 mesi di reclusione, mentre Messineo a 6 anni e 9
mesi. Molto più basse, invece, le pene proposte col concordato.
I giudici della quarta penale d'appello decideranno il 14
novembre.
Al centro di questo filone dell'inchiesta, coordinata dal pm
Carlo Scalas e condotta dal Nucleo di polizia economico
finanziaria della Gdf, pagamenti di fatture false per lavori di
ristrutturazione o soldi drenati attraverso la fittizia
assunzione di personale legato agli indagati e con un doppio
stipendio, ma anche l'uso reiterato di carte di credito
aziendali per il pagamento di beni di lusso e di spese
"voluttuarie", come serate nei night club. La sesta penale
(presidente del collegio Paolo Guidi) ha anche condannato ad un
anno Emanuele Attivissimo, ai tempi procuratore speciale e
direttore tecnico di Fondo Salute.
I reati contestati, a vario titolo dal 2017 al 2021, erano di
associazione per delinquere, appropriazione indebita e infedeltà
patrimoniale. Altri imputati nella stessa tranche di indagine
sono stati già condannati in abbreviato o hanno patteggiato. Il
Tribunale aveva anche riconosciuto alle parti civili Cesare
Pozzo e Fondo Salute provvisionali di risarcimento per un totale
di 3 milioni di euro a carico di Messineo e Matera. E
provvisionali per oltre 200mila euro anche per altre parti
civili. Tra i legali delle parti civili gli avvocati Lodovico
Mangiarotti, Michele Bencini e Alessandro Pistochini.
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