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Aprono i centri in Albania, "uguali a quelli italiani"

Aprono i centri in Albania, "uguali a quelli italiani"

Viminale: "Non sono Cpr". Polemiche su appalti e costi

ROMA, 13 ottobre 2024, 13:04

di Marco Maffettone

ANSACheck
Il centro di prima accoglienza allestito a Shengyin in Albania - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il centro di prima accoglienza allestito a Shengyin in Albania - RIPRODUZIONE RISERVATA

"La settimana prossima si parte con i centri in Albania". Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, fissa l'avvio delle operazioni di trasferimento dei primi migranti anche nel centro di accoglienza a Gjader, un ex sito dell'Aeronautica militare albanese abbandonato da molti anni e completamente ricostruito. Lì verranno portati, nella prima fase, circa 400 persone. Per il capo del Viminale quella che si apre lunedì è la settimana dell'avvio. "Noi contiamo di partire ma ovviamente tutto è legato a quanto avviene nel Mediterraneo, tutto dipende dall'attività dei trafficanti", spiega il ministro aggiungendo che è però da ritenere "realistico" che le prime persone verranno accompagnate nei prossimi giorni. "Non ci saranno tagli di nastri - aggiunge - ma mi recherò in futuro anche per effettuare una ricognizione, per vedere come stanno andando le cose". Il responsabile del Viminale ribadisce che le strutture che sorgono in Albania sono analoghe a quelle presenti sul territorio nazionale come a Porto Empedocle o Modica. "Sono di contenimento leggero, non sono dei Cpr - puntualizza -. Non c'è filo spinato, c'è assistenza. Tutti possono fare richiesta di protezione internazionale".


    Al porto di Schengjin è stato allestito un hotspot per l'identificazione dei migranti soccorsi in mare esclusivamente da navi italiane. Dopo la rilevazione delle generalità le persone saranno trasferite a Gjader, una ventina di km all'interno. Qui sono state approntate tre strutture: un centro per il trattenimento di richiedenti asilo (880 posti), un Cpr (144 posti) ed un penitenziario (20 posti). La struttura è chiusa da una recinzione alta 5 metri con al centro i prefabbricati dove alloggeranno i migranti mentre in un secondo blocco saranno sistemati quelli a cui la domanda viene respinta, destinati a essere rimpatriati.
    Sull'iter utilizzato per l'affidamento degli appalti c'è chi pone interrogativi. In base a quanto sostiene il quotidiano Il Domani ci sono stati affidamenti diretti per circa sessanta milioni di euro: decine di opere che sarebbero state assegnate senza gara a partire da fine marzo fino a settembre. Si tratta di "denaro che è stato gestito principalmente - scrive il quotidiano - dal ministero della Difesa tramite l'articolazione SegreDifesa, in particolare dalla divisione Direzione dei Lavori e del Demanio". In totale sono stati spesi per i moduli prefabbricati 25 milioni di euro affidati senza gara a quattro aziende diverse.
    Per la segretaria del Pd, Elly Schlein, "manca trasparenza".
    Per la leader Dem si tratta di "800 milioni complessivi che avremmo potuto mettere sulla sanità. Siamo contro questa violazione dei diritti fondamentali di chi chiede asilo, che è anche un enorme spreco di soldi dei contribuenti italiani". Dal canto suo Avs chiede "l'immediata pubblicazione dell'elenco di tutte le aziende coinvolte dal Governo Meloni nella costruzione dei Cpr in Albania" definiti "veri e proprio lager per la deportazione dei migranti. A chi sono stati dati oltre 60 milioni con affidamenti diretti? A parte l'uso dissennato di risorse pubbliche - non sarebbe stato ben più importante usare quei soldi per il nostro sistema sanitario ? - esiste un problema procedurale di enorme significato democratico". 

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