"Siamo in un luogo straordinario
della memoria. A Sabbiuno furono trucidati antifascisti e
partigiani che sacrificarono la loro vita per donarci libertà e
democrazia. Questo sacrificio è alla base della nostra
Costituzione, che, come disse Sandro Pertini, 'non è un pezzo di
carta, ma un testamento di centomila morti'. È nostro dovere
onorarla, promuovendo lavoro, giustizia sociale e uguaglianza,
senza lasciare indietro nessuno. La memoria non è solo ricordo,
ma un impegno concreto per costruire una società più giusta e
libera". Così il presidente della Regione Emilia-Romagna,
Michele de Pascale, intervenuto al Sacrario di Sabbiuno
(Bologna), per le celebrazioni del 80/o anniversario
dell'eccidio del dicembre 1944.
Con de Pascale anche il sindaco di Bologna e della Città
metropolitana Matteo Lepore, la presidente del Comitato per le
onoranze ai caduti di Sabbiuno, e assessora del Comune di San
Lazzaro, Sara Bonafè e la presidente dell'Anpi di Bologna, Anna
Cocchi.
La cerimonia ricorda i cento martiri trucidati dai tedeschi
tra il 14 e il 23 dicembre 1944, i cui corpi furono gettati nei
calanchi. Le salme vennero recuperate solo nel 1945, dopo la
Liberazione. Solo a 58 delle vittime fu possibile attribuire un
nome.
"Il prossimo anno ricorrono gli 80 anni della Liberazione,
una ricorrenza che la Regione Emilia-Romagna intende celebrare e
sostenere con misure concrete - ha aggiunto de Pascale -: la
Legge per la Memoria del Novecento, unica in Italia e realizzata
nel 2016 proprio insieme all'Anpi, per il prossimo anno produrrà
uno sforzo straordinario finanziando con 400mila euro ben 59
progetti dedicati alla memoria e alla valorizzazione dei suoi
luoghi". Questo, perché, ha concluso il presidente della
Regione, "chi non conosce il proprio passato, rischia di
riviverne le pagine peggiori: l'Emilia-Romagna ha pagato un
prezzo altissimo alla lotta di Liberazione e fonda le proprie
basi sul rifiuto di ogni fascismo, nazismo e totalitarismo".
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