La Fondazione Antonino
Scopelliti, il Tribunale per i minorenni e la Procura della
Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Reggio
Calabria, hanno rinnovato, ampliandolo, un protocollo d'intesa
per l'assistenza ai minori in messa alla prova. Alla firma del
protocollo hanno partecipato il presidente del Tribunale per i
minorenni Marcello D'Amico, il procuratore per i minorenni,
Roberto Di Palma, e Rosanna Scopelliti, presidente della
Fondazione.
"Abbiamo deciso di incrementare questo protocollo con un
percorso importantissimo che riguarda la genitorialità - ha
spiegato Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato di Cassazione
ucciso a Piale di Villa San Giovanni il 9 agosto 1991 -. Si
tratta di ragazzi che hanno dei genitori ed il protocollo che
firmiamo oggi consente a questi genitori di fare insieme ai
figli un percorso che permetta all'intera famiglia, laddove c'è
la possibilità, di rientrare nel contesto civile come una
risorsa e non come delle persone da considerare come reietti".
Per il progetto la Fondazione mette a disposizione una serie
di figure professionali: psicologi, pedagogisti e assistenti
sociali che aiutano e favoriscono il percorso di reinserimento
sociale. Ma la Fondazione "Antonino Scopelliti", punta anche a
dare un futuro dignitoso ai ragazzi inseriti nei progetti di
reinserimento.
"Noi - ha aggiunto Scopelliti - abbiamo l'obbligo e il dovere
di essere un'altra parte e di dimostrare la forza e la potenza
Stato proprio nell'accogliere e nell'accompagnare quelli che
sono questi ragazzi che sicuramente hanno sbagliato ma che
necessariamente dicevo devono avere una seconda possibilità. Per
questo facciamo appello alle realtà imprenditoriali del
territorio, che già ci sostengono nella formazione di questi
ragazzi, ma non basta. Vogliamo riuscire a dare una formazione
professionale a questi ragazzi, riuscire a metterli in
condizione di avere uno stipendio, di portare a casa del denaro
pulito, da guadagnare con il sudore della fronte, non solo per
far capire quanto questo è importante, ma quanto il lavoro sia
anche uno strumento di emancipazione".
"Con questo ulteriore rinnovo, la Fondazione Scopelliti
aggiunge un elemento in più - ha affermato Di Palma -. Ha
dimostrato sensibilità rispetto alle istanze che provengono, sia
dall'attività che svolgiamo quotidianamente, sia da piccoli
suggerimenti, piccole chiacchierate informali che abbiamo avuto.
Un problema che ho sempre sottolineato, quello dei minori che
sono spesso il terminale di disagi che nascono a livello
familiare. E qualsiasi intervento per eliminare il loro disagio
non può prescindere da operare anche a livello familiare. E
quindi questo protocollo cerca proprio di sopperire un po' a
questo vuoto. Vuoto che non è assoluto perché ci sono tante
iniziative anche in questo senso, ma sicuramente questa si
aggiunge e potrà essere di grande supporto".
"Inizialmente il settore in cui il protocollo ha avuto più
operatività è stato quello penale. Ma grazie alla recente
modifica dell'art. 25 del Regio Decreto del 1934, abbiamo esteso
gli interventi di carattere civile amministrativo - ha spiegato
D'Amico - che ci dà maggiore spazio nel rapporto con le
associazioni come la Fondazione "Antonino Scopelliti".
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