L'Ufficio Scolastico Regionale per il
Lazio prende le distanze dalle affermazioni del professor
Giancarlo Burghi che, "con toni neanche troppo velatamente
sarcastici, fornisce una lettura distorta delle nuove linee
guida per l'Educazione civica. Sorprendono le invettive di
paventate derive antidemocratiche e autoritarie che evidenziano
una lettura ideologica, faziosa e certamente distorta di un
documento che ispira ai valori della democrazia, del rispetto,
della giustizia e che si incardina saldamente ai principi
fondamenti della nostra Costituzione", scrive l'Usr del Lazio.
Il docente, che insegna italiano nel liceo romano Tasso, in
una lettera divenuta virale si era espresso contro le recenti
linee guida sull'Educazione civica, scrivendo tra l'altro
rivolto al ministro dell'Istruzione Valditara: "le scrivo per
ringraziarla delle Linee guida sull'insegnamento dell'educazione
civica che ci ha inviato all'inizio dell'anno scolastico. Da
oggi abbiamo un punto fermo nel nostro lavoro di docenti ed
educatori: ci dirigeremo nella direzione esattamente opposta a
quanto ci indica".
E aveva aggiunto: "L'educazione civica, secondo lei deve
'incoraggiare lo spirito di imprenditorialità, nella
consapevolezza dell'importanza della proprietà privata'. In modo
quasi ossessivo nel documento traccia l'idea di una sorta di
"educazione alla proprietà ". Ma cosa dovremmo farci di questo
slogan vuoto? Stiamo oltrepassando finanche il senso del
ridicolo, andando oltre la teoria delle tre "i" di berlusconiana
memoria".
"Ai nostri studenti, signor ministro, l'articolo 42 della
Costituzione lo leggiamo e lo spieghiamo: 'La proprietà privata
è riconosciuta e garantita dalla legge […] allo scopo di
assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a
tutti. La proprietà privata può essere [..] espropriata per
motivi di interesse generale'. Dice proprio questo la
Costituzione! Però non si ispira a Pol Pot ma alla dottrina
sociale della Chiesa, al cristianesimo sociale di Giorgio La
Pira e Giuseppe Dossetti", aveva proseguito Burghi. "Nelle Linee
guida Lei continua, poi, con l'affermazione di sapore
thatcheriano, ma in realtà generica e vuota quanto la prima, per
cui dovremmo insegnare che 'la società è in funzione
dell'individuo (e non viceversa) . Vede ministro, se le dovesse
capitare di sfogliare la Costituzione italiana scoprirebbe che
il termine "individuo" semplicemente non compare". Il docente si
era a lungo soffermato anche sul tema della patria, per
concludere: "spero che queste parole non mi costino quella
decurtazione dello stipendio che ha inflitto a un mio collega
per aver pronunciato delle parole che Lei non ha gradito.
Sarebbe non solo grave ma anche di cattivo gusto anche perché di
recente insieme ad altri ministri lei lo stipendio ha cercato di
aumentarselo".
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