Sono quattro al momento le persone coinvolte nell'inchiesta della Procura di Milano sulla morte di Ramy Elgaml, il 19enne che ha perso la vita in scooter lo scorso 24 novembre durante un inseguimento con i carabinieri. Uno è il vicebrigadiere che era alla guida della macchina, che ha tallonato la moto per circa 8 chilometri fino al momento dello schianto e adesso accusato di omicidio stradale in concorso con Fares Bouzidi, l'amico di 22 anni che guidava lo scooter. Gli altri due, entrambi militari, sono invece indagati per frode processuale e depistaggio e favoreggiamento, in quanto avrebbero intimato a un testimone di cancellare il video che aveva girato con il cellulare.
Su tutte le ipotesi di reato sono ancora in corso le verifiche da parte dei pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini, che hanno incaricato un esperto di eseguire una consulenza cinematica per ricostruire la dinamica dell'incidente e disposto accertamenti informatici sui cellulari del testimone, per chiarire se vi sia traccia del filmato eliminato, e dei carabinieri coinvolti. Sui filmati relativi a quanto avvenuto quella notte, in particolare quelli della dash cam di una macchina dei carabinieri, sarà effettuata anche l'esatta attribuzione di ogni voce che si sente a ogni singolo carabiniere, tra quelli impegnati nelle auto e quelli della centrale operativa.
Dopo una riunione dello scorso 10 gennaio alla quale hanno preso parte anche il procuratore Marcello Viola e l'aggiunta Tiziana Siciliano, oltre ai pubblici ministeri titolari delle indagini, gli inquirenti hanno valutato di non aggravare le accuse nei confronti dei militari né di iscrivere altri nomi nel registro degli indagati. Allo stato, per la Procura c'è la necessità di attendere la conclusione di tutti gli approfondimenti. Se dalle analisi emergeranno ulteriori elementi elementi, ci sarà tempo, prima della chiusura delle indagini, per modificare le imputazioni.
Intanto, già una prima relazione della Polizia locale agli atti, come era già emerso nelle scorse settimane, aveva indicato che ci sarebbe stato un urto tra l'auto e lo scooter nella fase finale dell'inseguimento. Entrambi i mezzi si sono schiantati all'angolo tra via Quaranta e via Ripamonti verso le 4 del 24 novembre. Nella relazione finale, la Polizia locale ha scritto che, in base all'analisi di uno dei 40 frame delle telecamere di sorveglianza, la vittima "è in fase di caduta al suolo" mentre la vettura dei carabinieri "sopraggiunge in frenata". Per i legali della famiglia di Ramy e di Fares, si è trattato di uno "speronamento volontario".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA