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Morto in canoa, i dubbi del giudice su ruolo vigili del fuoco

Morto in canoa, i dubbi del giudice su ruolo vigili del fuoco

Disposta l'audizione del consulente del pm

GENOVA, 16 gennaio 2025, 15:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Colpo di scena all'udienza preliminare per la morte di Andrea Demattei, lo studente di 14 anni rimasto incastrato con la sua canoa nel fiume Entella a Chiavari (Genova) a gennaio 2023. La giudice Carla Pastorini ha disposto di sentire in aula il consulente del pm che aveva indicato le varie responsabilità dei vigili del fuoco intervenuti quel giorno.
    La procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per due istruttori e sei vigili del fuoco. Il consulente dovrà riferire sulle effettive competenze, rapportate alle mansioni, della squadra di terra e poi i concreti mezzi a disposizione dei vigili e le concrete possibilità di usarli per estrarre il giovane dalla canoa incastrata. "Mio nipote doveva essere salvato per questo ora vogliamo giustizia", ha detto la nonna della vittima Bianca Taddei fuori dall'aula.
    Il ragazzino stava facendo allentamento con altri giovani.
    Era rimasto in acqua per molto tempo ed era arrivato, in condizioni critiche per l'ipotermia, al Gaslini dove era poi morto due giorni dopo. "E' stata una decisione inaspettata", sottolinea l'avvocato Rachele De Stefanis che assiste la madre del ragazzino e la sorellina minorenne.
    Gli imputati (difesi dagli avvocati Giorgio Zunino, Roberta Barbanera, Nadia Solari, Silvia Morini e Guido Motta) sono i due istruttori della Shock Wave sport, la società sportiva a cui era iscritto Andrea, e sei vigili del fuoco (quattro della squadra di Chiavari e due sommozzatori). Per il pm Francesco Cardona Albini ci sarebbe stata una catena di errori: dal numero insufficiente di istruttori sul posto e l'abbigliamento non adatto, fino a un intervento in ritardo e manovre di salvataggio scorrette.
   

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