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Laura Antonelli: Cristicchi, viveva successo come pena da espiare

Laura Antonelli: Cristicchi, viveva successo come pena da espiare

"Stella cadente, lavorava per diventare nessuno ma a suo modo era felice"

22 giugno 2015, 20:53

di Giorgiana Cristalli

ANSACheck

Nella combo, Simone Cristicchi e Laura Antonelli - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nella combo, Simone Cristicchi e Laura Antonelli - RIPRODUZIONE RISERVATA
Nella combo, Simone Cristicchi e Laura Antonelli - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Sono felice di vivere": in questa frase semplice ma piena di significati è racchiuso uno degli ultimi ricordi che Simone Cristicchi ha di Laura Antonelli. Dopo circa due anni di amicizia, visite a casa dell'attrice e telefonate, oggi il cantautore cita queste poche parole come un testamento spirituale che racconta di una serenità raggiunta "spogliandosi di tutto come San Francesco".

Laura Antonelli si è spenta nella sua casa, un eremo a Ladispoli nel quale si era rinchiusa e dal quale era impossibile tirarla fuori. "Più volte - racconta Cristicchi all'ANSA - ho provato a convincerla a fare una passeggiata. Ho cercato anche di portarla in una clinica, ma lei si voleva spegnere così. Aveva paura e una grande sfiducia nel genere umano".

La fede era la sua ancora di salvezza. "Quasi si vergognava del successo, viveva come se dovesse espiarlo come una pena. Non le interessavano i beni materiali ma solo la spiritualità. Non aveva più nulla. Era una stella cadente. Aveva dilapidato tutto ed era stata vittima di persone che avevano sfruttato la sua ingenuità. Era una bambina indifesa, fragile e diffidente, dopo tanto dolore", racconta Cristicchi, che all'attrice, icona di bellezza sfigurata dalla chirurgia e da una vita vissuta pericolosamente, aveva dedicato l'intensa canzone 'Laura'.


"Il suo spirito era più leggero di quel corpo deformato in cui spiccavano il sorriso e gli occhi grigi, fissi in un punto, ma dolci e sensibili. Per lei i dolori erano croci del Signore. Su questo - aggiunge - non ero d'accordo, avrei preferito che si affidasse alle cure di un medico, ma aveva trovato così il suo equilibrio. Una volta le proposi di cambiare le tende e il letto. Inutile. Ad un certo punto dovevi gettare la spugna".

Di quella canzone dedicata a lei, con un testo delicato ma chiaro, oggi Cristicchi rivela un aneddoto. "Volevo cantare 'Laura' sul palco del Festival di Sanremo, ma la squadra di Fabio Fazio mi disse che non era il caso, per una sorta di pudore verso questa storia. Nel tempo mi sono convinto che avevano ragione loro". L'intenzione di Simone, centrata, era quella di far sentire Laura Antonelli meno sola. E infatti, dopo la pubblicazione di questa canzone, tante persone iniziarono a scriverle lettere e ad interessarsi a lei per le necessità pratiche come la spesa. "Laura decideva di volta in volta chi avrebbe dovuto solcare la porta di casa sua. Dalla vecchia guardia forse era stata dimenticata, ma - assicura il cantante - c'erano anche tante persone pronte a dedicarle attenzioni nelle piccole cose, come andare a comprare le sigarette. Lei ne era felice. La solitudine però era una sua scelta. Lavorava per diventare nessuno, una donna come tante. Non voleva che la sua quiete venisse disturbata".

Simone è contento di aver trascorso con Laura bei momenti e di averle fatto sentire il calore della gente. "In questi ultimi due anni sono certo - racconta - che in casa sua sia entrata più gente rispetto al passato. Ogni volta che mi chiudevo quella porta alle spalle, immaginavo che potesse essere l'ultima".



Laura sarebbe contenta di tanto clamore, ora che non c'è più, con giornalisti, fotografi e cameramen sotto casa sua? "Non credo - conclude Cristicchi - Laura non guardava la tv da anni. Aveva raggiunto un distacco dalla realtà difficile da capire".

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