"Per il film sono nato come
contadino e sono fiero di essere rimasto tale. Dell'Italia mi
piace tutto, il cibo, le donne, la bellezza di tutto il Paese.
Di politica non parlo, perché è una merda terribile dappertutto,
tranne che in Russia e a Dubai". Parola di Gerard Depardieu, che
oggi ha introdotto al Lido, con l'abituale humour e franchezza,
la proiezione della versione restaurata digitalmente in 4k dalla
Cineteca di Bologna di Novecento, il capolavoro di Bernardo
Bertolucci, che sarà possibile vedere anche nelle sale, ad
aprile 2018.
Il cineasta, assente per motivi di salute, ha mandato un
videomessaggio, nel quale ha anche dedicato la proiezione la
fratello Giuseppe (scomparso nel 2012, ndr), autore con lui e
Kim Arcalli della sceneggiatura: "Allora eravamo avvolti nel Pci
come i contadini si avvolgevano nei tabarri nella nostra Bassa,
ma c'eravamo sbagliati". Depardieu, ricordando vari aneddoti del
lavoro sul set ha anche aggiunto di avere "il cuore italiano".
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