La presenza di esponenti governativi e giornalisti russi nel talk show ha provocato una valanga di polemiche dall'inizio della guerra in Ucraina, spingendo il Copasir ad avviare un'indagine conoscitiva, mentre il Corriere della Sera ha pubblicato una lista di persone, spesso ospitate in tv, che agirebbe in Italia con lo scopo di diffondere la propaganda filoputiniana. L'accusa di dare troppo spazio alle tesi russe è piovuta ora anche sul capo di Massimo Giletti che ieri ha condotto Non è l'arena dalla Piazza Rossa di Mosca e ha intervistato personaggi vicini al presidente della Federazione russa. Una puntata costellata di polemiche, proseguite anche oggi, nel corso della quale il conduttore ha avuto anche un mancamento che lo ha costretto a lasciare la postazione esterna con vista Cremlino e a rifugiarsi su una sedia all'interno. Nulla di grave a quanto pare, tanto che il giornalista ha potuto proseguire la trasmissione e tra un paio di giorni dovrebbe far rientro in Italia. Dopo le due serate condotte da Odessa, la nuova puntata in trasferta ha provocato critiche sin dal giorno dell'annuncio. Fino a ieri, quando a In Onda, che si era occupata appunto delle liste di filoputiniani, David Parenzo ha dato la linea al programma parlando di "un grande evento televisivo" e Concita De Gregorio lo ha invece definito "il naturale corollario di tutto quello che abbiamo detto finora". L'accusa di diffondere la propaganda del Cremlino, oltre che di opportunismo, ha inondato i social dove numerosi utenti, compresi esponenti politici, hanno preso pesantemente di mira il conduttore. Non tutti però. "Un affettuoso abbraccio a Massimo Giletti, giornalista e uomo libero", ha scritto ad esempio Matteo Salvini. A provocare indignazione, in particolare, l'intervista a Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che ha strenuamente difeso la posizione del Cremlino, attaccando l'Europa e i giornalisti italiani che si sarebbero a suo dire disinteressati del conflitto in Donbass negli ultimi otto anni. L'esponente russa ha anche accusato Giletti di fare ragionamenti infantili, di fronte al tentativo di quest'ultimo di perorare la causa del negoziato. Parole che hanno fatto infuriare Alessandro Sallusti, che ha deciso di abbandonare la trasmissione. "Pensavo fossi andato a Mosca per parlare al popolo russo - ha detto il direttore di Libero, rivolgendosi a Giletti -. Mi trovo davanti ad un asservimento totale di fronte alla peggiore propaganda che ci possa essere. Il Cremlino è un palazzo di merda, lì il comunismo ha fatto i più grossi crimini". "Rinuncio al compenso pattuito ma non ci sto a fare la foglia di fico a quei due coglioni che hai lì di fianco, me ne vado", ha concluso riferendosi agli ospiti russi accanto a Giletti, il politologo ucraino Vasilj Vakarov e Vladimir Solovyev, il famoso conduttore tv russo. Proprio a quest'ultimo si è oggi rivolto Bruno Vespa. "Ospiterò volentieri Solovyev a 'Porta a porta' - ha detto il conduttore - se lui mi userà la cortesia di ospitarmi in collegamento col suo programma di Russia1. Così i nostri pubblici potranno confrontare le diverse posizioni sulla crisi ucraina in un sereno dibattito tra persone civili". Insomma, le polemiche sulla gestione dell'informazione da parte dei talk sembrano destinate a proseguire. E gli ascolti paiono beneficiarne, almeno un po': il programma di Giletti è stato seguito da 888.000 spettatori pari al 7.1% di share, registrando una lieve crescita sia nel numero degli spettatori che nella percentuale di share.
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