(di Alessandra Baldini)
L'arte e la vita di Bertina
Lopes, mozambicana di nascita e romana di adozione, vanno
all'asta in questi giorni da Bonhams: offerte online fino al 20
giugno, 74 opere tra disegni, dipinti a olio e sculture aprono
una finestra sulla produzione di una pioniera dell'arte e
attivista politica (suo il lavoro di tessitura della pace in
Mozambico a fianco della Comunita' di Sant'Egidio) che, in 70
anni nella capitale, trasformo' la sua casa-studio di via XX
Settembre in un punto di incontro per intellettuali, artisti,
poeti, rifugiati e attivisti della comunità mozambicana e
portoghese, ma anche di altri Paesi africani ed europei.
Non capita di frequente che una casa d'aste offra una larga
scelta di opere di un unico artista. Nata nel Mozambico
coloniale da padre portoghese e madre mozambicana, Bertina
completo' gli studi a Lisbona e torno' a Maputo nel 1953 come
artista e insegnante. Nella capitale mozambicana aveva stretto
amicizie con poeti, scrittori e attivisti politici che furono
fondamentali nella formazione delle sue convinzioni
anticoloniali e antifasciste anche attraverso il primo marito,
il poeta Virgilio de Lemos da cui nel 1955 aveva avuto due
gemelli. Nel 1961 Bertina fu costretta per ragioni politiche a
lasciare il paese. Torno' a Lisbona ma poi, perseguitata dalla
polizia, nel 1964 si trasferi' a Roma.
Tutti i pezzi dell'asta vengono dallo studio della Lopes, che
il secondo marito, l'italiano Francesco Confaloni, conservo'
intatto com'era alla morte della moglie 12 anni fa. Confaloni e'
morto l'anno scorso, ed ecco dunque la genesi dell'asta: capita
raramente che tante opere di un unico artista siano messe in
vendita ma, spiega all'ANSA la curatrice Helena Love-Allotey,
"la vita di Bertina Lopes è una delle più grandi storie
nell'arte e nella politica contemporanea".
Non fu facile per Bertina, unica artista africana nella Roma
degli anni '60, farsi strada nella vita culturale della
capitale, ma il suo studio davanti alla chiesa di Santa Maria
della Vittoria divenne presto un punto di incontro per
diplomatici africani ed europei, giornalisti, intellettuali e
molti protagonisti della scena artistica italiana tra cui Marino
Marini, Renato Guttuso, Franco Gentilini, Carlo Levi e Antonio
Scordia. Lo studio fu anche la base operativa della militanza
politica della Lopes. Grazie alle amicizie con i presidenti del
Mozambico Joaquim Chissano e Armando Guebuza e con le fazioni
militari dei movimenti rivali Frelimo e Renamo, Bertina
facilito' la mediazione (insieme alla Comunità di Sant'Egidio,
rappresentata da Andrea Riccardi e Matteo Zuppi, e alle Nazioni
Unite) che nel 1992 porto' agli accordi di pace dopo 15 anni di
guerra civile.
Amica di importanti personaggi, da Nelson Mandela a Carlo
Levi, da Enrico Berlinguer all'ex presidente portoghese Mario
Soares, la Lopes ha poi rappresentato il Mozambico due volte
alla Biennale di Venezia e ha ricevuto premi e riconoscimenti
per i suoi sforzi nella promozione dell'arte e della pace con
rassegne alla Fondazione Gulbenkian a Lisbona (1973 e 1979), a
Roma a Palazzo Venezia (1986) e al Palazzo della Cancelleria
Apostolica (2002) mentre fino a gennaio di quest'anno e' rimasta
aperto al Museo delle Civiltà di Roma una mostra dedicata allo
studio di via XX Settembre con una parziale ricostruzione dello
spazio.
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