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All'asta da Bonhams lo studio romano di Bertina Lopes

All'asta da Bonhams lo studio romano di Bertina Lopes

74 opere dell'artista attiva per la pace in Mozambico

NEW YORK, 09 giugno 2024, 20:04

Redazione ANSA

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All 'asta da Bonhams lo studio romano di Bertina Lopes - RIPRODUZIONE RISERVATA

All 'asta da Bonhams lo studio romano di Bertina Lopes - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Alessandra Baldini) L'arte e la vita di Bertina Lopes, mozambicana di nascita e romana di adozione, vanno all'asta in questi giorni da Bonhams: offerte online fino al 20 giugno, 74 opere tra disegni, dipinti a olio e sculture aprono una finestra sulla produzione di una pioniera dell'arte e attivista politica (suo il lavoro di tessitura della pace in Mozambico a fianco della Comunita' di Sant'Egidio) che, in 70 anni nella capitale, trasformo' la sua casa-studio di via XX Settembre in un punto di incontro per intellettuali, artisti, poeti, rifugiati e attivisti della comunità mozambicana e portoghese, ma anche di altri Paesi africani ed europei.
    Non capita di frequente che una casa d'aste offra una larga scelta di opere di un unico artista. Nata nel Mozambico coloniale da padre portoghese e madre mozambicana, Bertina completo' gli studi a Lisbona e torno' a Maputo nel 1953 come artista e insegnante. Nella capitale mozambicana aveva stretto amicizie con poeti, scrittori e attivisti politici che furono fondamentali nella formazione delle sue convinzioni anticoloniali e antifasciste anche attraverso il primo marito, il poeta Virgilio de Lemos da cui nel 1955 aveva avuto due gemelli. Nel 1961 Bertina fu costretta per ragioni politiche a lasciare il paese. Torno' a Lisbona ma poi, perseguitata dalla polizia, nel 1964 si trasferi' a Roma.
    Tutti i pezzi dell'asta vengono dallo studio della Lopes, che il secondo marito, l'italiano Francesco Confaloni, conservo' intatto com'era alla morte della moglie 12 anni fa. Confaloni e' morto l'anno scorso, ed ecco dunque la genesi dell'asta: capita raramente che tante opere di un unico artista siano messe in vendita ma, spiega all'ANSA la curatrice Helena Love-Allotey, "la vita di Bertina Lopes è una delle più grandi storie nell'arte e nella politica contemporanea".
    Non fu facile per Bertina, unica artista africana nella Roma degli anni '60, farsi strada nella vita culturale della capitale, ma il suo studio davanti alla chiesa di Santa Maria della Vittoria divenne presto un punto di incontro per diplomatici africani ed europei, giornalisti, intellettuali e molti protagonisti della scena artistica italiana tra cui Marino Marini, Renato Guttuso, Franco Gentilini, Carlo Levi e Antonio Scordia. Lo studio fu anche la base operativa della militanza politica della Lopes. Grazie alle amicizie con i presidenti del Mozambico Joaquim Chissano e Armando Guebuza e con le fazioni militari dei movimenti rivali Frelimo e Renamo, Bertina facilito' la mediazione (insieme alla Comunità di Sant'Egidio, rappresentata da Andrea Riccardi e Matteo Zuppi, e alle Nazioni Unite) che nel 1992 porto' agli accordi di pace dopo 15 anni di guerra civile. Amica di importanti personaggi, da Nelson Mandela a Carlo Levi, da Enrico Berlinguer all'ex presidente portoghese Mario Soares, la Lopes ha poi rappresentato il Mozambico due volte alla Biennale di Venezia e ha ricevuto premi e riconoscimenti per i suoi sforzi nella promozione dell'arte e della pace con rassegne alla Fondazione Gulbenkian a Lisbona (1973 e 1979), a Roma a Palazzo Venezia (1986) e al Palazzo della Cancelleria Apostolica (2002) mentre fino a gennaio di quest'anno e' rimasta aperto al Museo delle Civiltà di Roma una mostra dedicata allo studio di via XX Settembre con una parziale ricostruzione dello spazio.
   

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