Ripercorre la storia del vetro
muranese del Novecento attraverso un'angolazione inedita, quella
della raffigurazione di animali 'L'Arca di vetro. La collezione
di animali di Pierre Rosenberg', la mostra curata da Giordana
Naccari e Cristina Beltrami aperta al pubblico sull'Isola di San
Giorgio Maggiore, a Venezia.
L'esposizione è visitabile anche in modalità digitale grazie
al nuovo virtual tour 3D - accessibile, sia da desktop che da
mobile, collegandosi al sito www.lestanzedelvetro.org - che dà
la possibilità di approfondire, sala dopo sala, le opere esposte
grazie ai numerosi contributi testuali, fotografici e video
dedicati alla produzione veneziana degli animali di vetro. Gli
oltre 750 pezzi in esposizione - tra elefanti, cani, ippopotami,
gatti, giraffe, mammut, orsi, pappagalli, pesci, tartarughe,
volpi e persino minuscoli insetti realizzati a lume in scala
reale da Bruno Amadi - appartengono alla collezione personale
che Pierre Rosenberg, storico Direttore del Museo del Louvre di
Parigi, ha messo insieme in trent'anni di assidua frequentazione
di Venezia.
Quando questo genere di produzione vetraria era ancora relegato
all'ambito del souvenir o considerata come una sorta di
divertissement da fornace, Pierre Rosenberg ha dimostrato una
passione autentica, svincolata dalle mode, e ha creato una
collezione quanto mai originale e vasta, della quale questa
mostra dà parzialmente conto.
La Murano del Novecento ha prodotto un repertorio assai vasto
di animali di vetro, che da un lato incantano per le infinite
interpretazioni del soggetto e dall'altro si fanno testimoni di
una tecnica millenaria e dei quali questa mostra offre uno
scorcio assai personale e originale.
L'animale in vetro ha infatti due caratteristiche che lo
distinguono dai bestiari realizzati in altri materiali: non ha
mai atteggiamenti feroci, che sono invece tipici della scultura
animalier più tradizionale, e soprattutto non è mai pensato come
un gioco. Eppure un senso ludico aleggia talvolta in questa
collezione di rara ecletticità, raccolta mescolando animali
celeberrimi a quelli di vetrerie meno note o persino
sconosciute, seguendo il filo, certamente della qualità tecnica,
ma anche dell'ironia e di un gusto completamente personale e
distante da schemi e attese.
Non mancano esemplari delle serie più note come i pulegosi di
Napolene Martinuzzi, i volatili di Tyra Lundgren o di Toni
Zuccheri per la Venini. Accanto ad esemplari noti della Seguso
Vetri d'Arte, agli zebrati di Barovier &Toso, agli acquari di
Alfredo Barbini, la mostra propone un vasto campionario di
animali realizzati da vetrerie meno note ma altrettanto
interessanti sul fronte della sperimentazione tecnica e formale
della Murano del Novecento. A dimostrazione dell'inesauribile
ispirazione del soggetto animalier, la mostra include anche
sculture di artisti viventi come Cristiano Bianchin, Marcantonio
Brandolini d'Adda, Franck Ehrler, Massimo Nordio, Isabelle
Poilprez, Maria Grazia Rosin e Giorgio Vigna.
La collezione di animali di Pierre Rosenberg è accompagnata
da un catalogo, edito da Skira, che apre con un'intervista
quanto mai rivelatrice dello spirito del collezionista per
proseguire con alcuni approfondimenti a firma delle curatrici,
di Jean-Luc Olivié, conservatore del Musée des Arts Décoratifs
di Parigi, e di Rosa Barovier Mentasti. Il volume si chiude con
la schedatura scientifica di tutti i pezzi presenti in mostra,
messi sovente in relazione con disegni, foto e stampa d'epoca
provenienti da archivi pubblici (Centro Studi Vetro-Fondazione
G. Cini e Archivio Storico della Biennale di Venezia) e privati.
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