di Amalia Angotti
Il Medioevo rivive alla Rocca di
Arignano, piccolo borgo a venti minuti da Torino. Nelle sale del
castello, assediato da Federico Barbarossa e per mille anni
abbandonato, tornano banchetti e danze. Luca Veronelli, manager
che ha tra gli antenati l'enologo Luigi Veronelli e la moglie
Elsa Panini, biologa e appassionata di cucina, con la
supervisione della Soprintendenza Archeologica del Piemonte,
hanno restaurato il castello mantenendo intatto lo spirito
medievale.
Il cantiere, durato due anni e mezzo, ha permesso di
restituire alla collettività un bene dismesso di grande valore
storico, riportando alla luce le mura del primo insediamento e
le prigioni. Oggi si fanno visite guidate, in una cucina
medievale si apprendono ricette antiche, si mangia nella
Locanda, si passeggia nel giardino dove si coltivano erbe
sensoriali, si organizzano feste, matrimoni e congressi. Sotto
l'imponente cedro dell'Himalaya si ascolta la leggenda del
fantasma della dama e quella dell'alchimista Cagliostro che
forse qui ha scoperto la formula per realizzare quella pietra
filosofale capace di trasformare ogni metallo in oro e l'ha
nascosta in un dedalo di tunnel sotterranei.
La Rocca dal 1400 è rimasta dormiente. Tutti i sei livelli
oggi sono collegati attraverso lo scalone elicoidale che arriva
fino alla terrazza panoramica e consente di accedere alla
sommità dell'unica torre ancora visibile. Cultura storica e
cultura gastronomica convivono: la ristorazione si fa con i
prodotti dell'orto, il vino arriva dalle cantine della zona. Non
è un museo, ma all'ingresso, dove sarà allestita una mostra per
raccontare com'era la rocca prima del recupero, accoglie i
visitatori l'opera 'Soglia: a Eduardo Chillidà' dello scultore
Arnaldo Pomodoro.
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