di Ida Bini
"Il fantasma della forma: la
scultura contemporanea" è il titolo della mostra aperta al
pubblico fino al 30 luglio al Museo Civico della Laguna Sud di
Chioggia, in provincia di Venezia. L'esposizione, curata da
Matteo Vanzan e organizzata dall'Assessorato alla Cultura del
comune di Chioggia e da MV Eventi di Vicenza, è un viaggio nel
mondo della scultura dal Novecento ai giorni nostri in un
continuo dialogo tra cultura, materiale e linguaggi
contemporanei. La mostra, infatti, pone l'attenzione sul
rinnovamento stilistico della scultura, che oggi si confronta
con materiali nuovi e con una contaminazione di linguaggi che si
fondano sia sul mondo naturale, sia sul progresso tecnologico e
scientifico di una società in continua evoluzione. «E' una
mostra che vuole provocare chi ha paura della forma - ha
commentato l'assessore alla Cultura Elena Zennaro - una mostra
che stimola il dibattito su temi di attualità come
l'affermazione di sé in una società che per alcuni è effimera,
per altri granitica». Tra gli artisti esposti anche grandi
maestri come Piero Gilardi, recentemente scomparso, Mario
Ceroli, uno dei maestri dell'arte povera, Aldo Mondino, Arman e
Mario Schifano. Tutti hanno saputo confrontarsi con la scultura
in modo innovativo, leggendo i cambiamenti sociali attraverso
l'uso di materiali non convenzionali e non legati alla
tradizione scultorea del passato. Da 'fantasma' la forma diventa
la presenza della sua percezione grazie al passaggio dal mondo
dell'indistinto a quello dell'essere; scopo ultimo è lo scoprire
la molteplicità di percorsi che nessun linguaggio sa illuminare
completamente. «Il percorso del linguaggio scultoreo
contemporaneo - spiega il curatore Matteo Vanzan - lo possiamo
leggere attraverso forme complesse e multicolori, essenziali e
monocromatiche, traslucide oppure opache; opere in cui la
materia si incurva, si sprigiona e utilizza i più disparati
materiali come legno, pietra, terracotta, poliuretano, plastica,
bronzo, vetro, pane e neon creando un incessante dialogo con
elementi più sottili, talvolta sussurrati, in sintonia con le
opere di matrice intimista. Un percorso, quello di oggi, fatto
di nuovi protagonisti che riflettono sullo stato dell'esistenza,
del mondo e della società e che sono stati in grado, con le
proprie personali ricerche estetiche, di donarci nuove visioni
di un'arte che, come affermava Jorge Luis Borges, vuole sempre
irrealtà visibili». La mostra è aperta da martedì a venerdì,
dalle 9 alle 13; sabato e domenica, dalle 9 alle 13 e dalle 15
alle 18.
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