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L'economia culturale corre ma lo Stato riduce i fondi

L'economia culturale corre ma lo Stato riduce i fondi

Il Mic, nonostante il calo stanziamenti superiori al 2019

ROMA, 11 luglio 2024, 19:19

di Francesca Chiri

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Crescono il pubblico, la fruizione culturale, i consumi e anche l'occupazione che torna finalmente ai livelli pre-covid. Il 2023 per la cultura è stato l'anno della ripresa: la crescita, già vista nel 2022, si è consolidata e il settore culturale si è lasciato alle spalle gli anni di crisi: sale la spesa delle famiglie in cultura con un +10% sul 2022, ed è in forte aumento la partecipazione culturale fuori casa dei cittadini che si attesta al 35,2% e mostra un +12% rispetto al 2022. Per il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, l'insieme di questo comparto, definito come "l'economia della bellezza", avrebbe addirittura un valore di circa 600 miliardi di euro, oltre il 29% del prodotto interno lordo nazionale. Un dato immenso, di cui è difficile definire i contorni, ma che dà la misura dell'importanza del settore culturale per l'economia del Paese. A fare i conti sul suo andamento arriva anche quest'anno Federculture: nel suo Rapporto Annuale quantifica i riflessi che il settore porta anche in termini di posti di lavoro. L'occupazione culturale nel 2023 è tornata ai livelli del 2019, mettendo a segno un altro +1,2% sul 2022 e con una sorpresa: cresce più al Centro e nel Mezzogiorno. I dati si inseriscono anche nel boom del turismo i cui flussi sono risultati in crescita sia per quanto riguarda i turisti italiani, 62 milioni di arrivi che crescono del 3% e 214 milioni di presenze nell'anno; sia per quanto riguarda gli arrivi internazionali che sono stati 64 milioni (+16,4%) e le presenze 232 milioni (+15,4%). E con la crescita del turismo si rafforza il turismo culturale con un +34,5% di stranieri nelle città d'arte e di oltre il 40% in termini di spesa. Quello culturale rappresenta più del 50% del mercato turistico italiano, a conferma che l'economia turistica è in gran parte dipendente dalle risorse materiali e immateriali che compongono la ricchezza culturale del paese, arte, saperi, paesaggi, ambiente. In un contesto di crescita generalizzato, cala invece lo stanziamento statale per la cultura. I fondi destinati al bilancio del MiC, pur rimanendo su livelli decisamente più alti di quelli pre-Covid, registrano infatti un leggero decremento per gli anni 2023 e 2024. Federculture avverte che "non essendo ancora disponibili i bilanci consuntivi del ministero" si è riferita ai dati previsionali della Legge di Bilancio che segnalano flessioni tra il 3 e il 7% nei due anni, nei quali in valori assoluti lo stanziamento Mic passa dai 3,8 miliardi di euro del 2023 ai 3,5 del 2024. Flessioni simili si registrano anche nelle risorse per spettacolo e cinema: il Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo nel 2024 è pari a 424 milioni di euro, in diminuzione rispetto al 2023 del 6,5%. Il Fondo per il Cinema, che nel 2024 ammonta a 696 milioni di euro, segna invece una flessione del 6,7% sull'anno precedente. Per il Ministero della Cultura, tuttavia, nonostante il leggero decremento dopo gli anni in cui i finanziamenti "sono stati fortemente aumentati per sostenere uno dei settori maggiormente colpiti e costretto a fermarsi durante la pandemia" i fondi statali alla cultura, "come riconosciuto esplicitamente dal rapporto Federculture, sono decisamente superiori agli anni pre-Covid". In occasione dell'Assemblea Generale il presidente di Federculture Andrea Cancellato ha anche evidenziato l'urgenza di definire una legge per le Fondazioni di Partecipazione, un universo fatto di oltre 650 soggetti che si occupano di tantissime attività, dall'organizzazione di spettacoli alla gestione di musei, come il Museo Egizio di Torino o La Triennale di Milano tra i tanti. "È necessario che le norme del Codice Civile accolgano finalmente la Fondazione di partecipazione in modo da renderne più lineare e sicura l'attività, considerato che larga parte delle imprese culturali italiane hanno adottato questa forma giuridica. Servono norme precise e inequivocabili, che permettano agilità operativa, coinvolgimento e risorse private accanto quelle pubbliche, controlli e trasparenza nella gestione", ha sottolineato Cancellato, annunciando di aver già "avviato un percorso" per offrire "un testo aperto, che il legislatore e il governo potranno utilizzare come base per redigere una norma attesa da tempo".

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