I sindacati nazionali Fp Cgil, Cisl
Fp, Uilpa e Ubs hanno scritto insieme al ministro della Cultura
Alessandro Giuli per chiedergli di rimandare l'inaugurazione di
Palazzo Citterio, cioè la parte di Brera dedicata al Novecento,
che è in programma il 7 dicembre, giorno in cui i sindacati
locali hanno anche indetto uno sciopero. La richiesta è quindi
quella di rimandare l'apertura della cosiddetta Grande Brera,
per cui molto si era speso il predecessore di Giuli, Gennaro
Sangiuliano, e aprire un tavolo di confronto nazionale "sulla
gestione e l'organizzazione del lavoro di un sito così
rilevante".
"Lungi da noi l'idea di ostacolare un progetto di rilancio
culturale di così ampio respiro, ma siamo abituati a lavorare
nel pieno rispetto delle regole di sicurezza per persone
(lavoratori e utenti) e beni esposti. Ebbene, ad oggi queste
condizioni di sicurezza - hanno sottolineato - non ci sono
perché Palazzo Citterio ha ancora interventi strutturali e sugli
impianti da completare e certamente non sarà possibile prevedere
una piena funzionalità per la prevista data inaugurale del 7
dicembre prossimo, festività di Sant'Ambrogio".
A questo si aggiunge il fatto che il direttore di Brera,
Angelo Crespi, ha previsto due mostre, cosa che "aggrava la
situazione", mettendo a rischio anche le opere prestate. La
questione riguarda anche il numero dei dipendenti, considerato
insufficiente per garantire l'apertura, con il rischio, per i
sindacati, che personale esterno o Ales diventi "preponderante".
Anzi, come hanno spiegato oggi i lavoratori di Brera in
volantinaggio ai turisti che hanno visitato la Pinacoteca nella
domenica di apertura gratuita, con Palazzo Citterio senza nuovo
personale "è evidente che ci saranno disservizi e contrazione
dell'offerta come attualmente garantita e la Città di Milano non
lo merita", senza dimenticare l'incertezza sul Cenacolo Vinciano
che il ministero ha voluto affidare a Brera ma "senza chiarire
nulla sul personale e sul funzionamento del sito".
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