La guerra, la rinascita dopo il conflitto, l'Italia delle campagne, l'emigrazione, la tradizione e la superstizione, la fede religiosa e 'nel miracolo'. Ma anche uno sguardo alle dittature (di vari tipi), a misteri, tragedie, speranze, pregiudizi, guardando anche all'oggi. Un affresco creato con le immagini d'archivio dell'Istituto Luce, in occasione dei suoi 90 anni, nel documentario collettivo, prodotto da Luce Cinecittà, 9x10 Novanta, evento speciale delle Giornate degli Autori, presentato con la Biennale alla Mostra del cinema di Venezia. A firmare i nove film di dieci minuti ciascuno sono nuovi autori del nostro cinema come Alice Rohrwacher, Marco Bonfanti, Costanza Quatriglio, Claudio Giovannesi, Alina Marazzi, Pietro Marcello e Sara Fgaier, Paola Randi, Giovanni Piperno e Roland Sejko.
"Trovo che 9x10 Novanta sia un mosaico molto bello dell'Italia che fu e dell'Italia che è. La potenza delle immagini e lo sguardo personale di ogni autore valorizzano l'archivio e le sue immense possibilità", spiega Roland Sejko, che oltre a essere documentarista (Anija - La nave) lavora al Luce da 20 anni ed è stato anche curatore artistico e regista video della mostra 'Luce. L'immaginario italiano'. Sejko nella sua 'pagina' del film, 'L'entrata in guerra', ripercorre da una prospettiva inedita il 10 giugno 1940, giorno in cui Mussolini annunciò la dichiarazione di guerra alla Francia e all'Inghilterra. Alle immagini di vita quotidiana di quegli anni è unito il racconto autobiografico (letto da Claudio Santamaria) che fece di quella giornata Italo Calvino. "Del discorso di Mussolini ho lasciato solo dei brani audio, perché quelle immagini sono straviste, consumate. Volevo raccontare quel terribile momento attraverso il modo in cui l'hanno realmente vissuto le persone, con paura e attesa".
Paola Randi, regista di Into paradiso, commedia multietnica che nel 2010 ha raccolto premi e nomination, in 'Progetto panico' immagina un futuristico rapporto di una società aliena su certe stranezze del Pianeta Terra. "L'idea iniziale era di raccontare femminilità e virilità, ma il materiale del Luce mi ha guidato in una direzione diversa - spiega -. Mi sono accorta di come nei filmati si parlasse di donne sempre in relazione al matrimonio. Mi sono chiesta perché e ho scoperto un mondo". L'approccio non canonico alle immagini "è servito per rendere con ironia decenni di stereotipi sulle donne, che ancora resistono, come dimostra la rete". Il materiale dell'Archivio "è una chiave di lettura del presente e una testimonianza per costruire un futuro diverso, in cui spero ci si liberi di certi preconcetti". Nel viaggio verso l'oggi, il 'rapporto alieno' si fa serio quando si arriva alla tragedia del femminicidio: "Mi sembrava doveroso rendere omaggio alle vittime di questa follia. Ho vissuto questa opportunità per comprendere a fondo le radici di un fenomeno e l'archivio è stato come 'un superpotere' che mi ha aiutato a farlo".
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