(ANSA) - VENEZIA - "I tre film italiani erano tre buoni film, poi ci siamo soffermati su quello che aveva piu' chance di discussione, quello che ci aveva colpito molto per la performance degli attori ovvero su Hungry Hearts di Saverio Costanzo". Cosi' Carlo Verdone alla conferenza stampa della giuria della Mostra di Venezia dove, ha detto, rispetto ai lavori di Mario Martone e Francesco Munzi, "mi sono dato da fare, ma bisogna avere la maggioranza". Una giuria presieduta da Alexandre Desplat e composta, oltre che da Verdone, da Joan Chen, Philip Groening, Jessica Hausner, Jhumpa Lahiri, Sandy Powell, Tim Roth e Elia Suleiman.
"Siamo stati colpiti anche da Mario Martone e Francesco Munzi, ma poi la giuria ha virato su quello di Costanzo - aggiunge Verdone - che ha molto emozionato, un film claustrofobico, difficile. Ero comunque dentro una giuria molto preparata e molto intellettuale, severa ma seria. Non c'e' stata unanimita' in molti casi, questo e' vero. Ha vinto chi ha emozionato di piu', il film che ci tornava in testa il giorno dopo. Quello di Costanzo e' un ottimo film, minuscolo, un film da camera e cucina difficile da realizzare. Si e' discusso su Munzi e Martone - sottolinea -, ci hanno fatto molto riflettere, ma poi arrivavano film che li superavano. Non perche' sono italiano - conclude - mi sono dato da fare, ma bisogna avere la maggioranza in una giuria". Il presidente Desplat, parlando a nome della giuria, dice: "Non ci siamo preparati sui film che avremmo visto, volevamo solo essere sorpresi, essere colpiti, premiare i film che unissero reale e immaginazione". Ma non ci sta alla domanda fatta a Verdone da un giornalista italiano e considerata da lui troppo nazionalista: "Due premi su otto agli italiani non bastano? Non capisco perche' se uno e' francese debba difendere i francesi".
"La scelta dei film era davvero straordinaria. Look of silence e' cinema allo stato puro, ma anche quello che ha fatto Roy Andersson. Sono due lati della stessa medaglia. Da entrambi questi lavori abbiamo avuto un impatto fortissimo". E non e' mancato, infine, un piccolo dibattito sull'esclusione clamorosa di Birdman del regista messicano Inarritu dal palmaresa: "E' un regista fantastico, ha una capacita' e un occhio che pochi hanno, ma tra venti film cosi' diversi, film documentari, poetici, dark, alla fine quello che e' emerso e' solo uno" dice Desplat. Dello stesso parere Tim Roth: "Birdman mi e' piaciuto. E' un buon film, un grandissimo film, e anche il primo che abbiamo visto. Cosa c'e di meglio poi di vedere Michael Keaton che arriva e prende a calci qualcuno? Mi piacciono Norton e Naomi Watts, ma questo film faceva parte di questa strana e fantastica selezione". (ANSA).